L'utilizzo cultuale delle grotte campane nel Medioevo

Ebanista, Carlo (2007) L'utilizzo cultuale delle grotte campane nel Medioevo. In: Atti 1. Convegno regionale di speleologia "Campania speleologica", 1-3 giugno 2007, Oliveto Citra (SA). Federazione speleologica campana, Napoli, pp. 127-150.

[img]
Anteprima
Testo
RM-Ebanista-Grotte.pdf - Versione pubblicata

Download (4MB) | Anteprima

Abstract

La Campania non presenta una vera e propria architettura ipogea paragonabile a quella documentata in altre aree dell'Italia centro-meridionale, dove sono attestati significativi interventi di taglio della roccia con lo scopo di imitare l'architettura sub divo. In Campania la natura della roccia calcarea, molto dura e difficile da lavorare, ha indotto l'uomo ad adattare le cavità naturali piuttosto che a creare delle grotte artificiali. Se si eccettuano alcuni luoghi di culto scavati nel banco tufaceo, si assiste per lo più al semplice utilizzo delle cavità naturali con limitati interventi architettonici lontani dalla ricerca spaziale testimoniata altrove e con il solo apporto figurativo degli affreschi. La trasformazione delle cavità naturali in chiese prevede, infatti, la realizzazione di opere murarie, finalizzate ad articolare gli spazi e a regolarizzare le superfici della grotta per accogliere le immagini devozionali. Lo studio analitico delle unità rupestri della Campania risulta particolarmente difficoltoso, poiché non si dispone di una completa rilevazione dei siti che sono noti grazie a studi e pubblicazioni per lo più a carattere locale. La maggior parte delle unità non è stata studiata in maniera adeguata sotto il profilo archeologico e storico-artistico, sicché permangono forti dubbi sul numero dei luoghi di culto rupestri, sulla loro esatta ubicazione e sull'attribuzione cronologica dell’utilizzo cultuale. Mancano, inoltre, indagini archeologiche sulla frequentazione medievale delle grotte, se si eccettua il caso di Olevano sul Tusciano, dove gli scavi hanno permesso di riconoscere le fasi di uso e di seguire lo sviluppo del culto micaelico. La catalogazione archeologica completa delle unità rupestri della Campania resta, dunque, l'obiettivo primario da raggiungere nel prossimo futuro, al fine di predisporre un sistema informativo geografico (GIS) che, oltre a permettere la georeferenziazione dei siti e a raccogliere tutte le informazioni disponibili, possa consentire una disamina completa del fenomeno rupestre, estesa anche all’utilizzo abitativo delle grotte. Dalle ricerche sinora effettuate emergono, tuttavia, alcuni dati significativi: i luoghi di culto rupestri gravitano per lo più nell'area degli antichi centri urbani, anche se non mancano testimonianze isolate e lontane dagli abitati. La loro origine, considerata l’inattendibilità dell'ipotesi panmonastica, è riconducibile all’iniziativa del clero, dell'aristocrazia e delle comunità locali. La maggior parte dei luoghi di culto rupestri è costituita da piccoli santuari meta di pellegrinaggi locali, come nel caso delle numerose cavità dedicate all’Arcangelo. L'interessamento del clero e della nobiltà locale alle sorti delle chiese rupestri, oltre a fornire agli amministratori una certa indipendenza economica grazie alle generose dotazioni di beni, determinò la formazione di un pregevole patrimonio storico-artistico. L'analisi delle pitture rupestri ha evidenziato la predominanza di una committenza, religiosa o laica, di ambiente "latino". Una circostanza questa che esclude ogni collegamento tra gli insediamenti rupestri e il mondo bizantino, considerato peraltro che il fenomeno è diffuso tanto nella costiera amalfitano-sorrentina, quanto nel resto dell’attuale Campania. Se si eccettuano gli affreschi più antichi di S. Maria de Olearia e Olevano sul Tusciano (fine X secolo), le pitture rupestri campane si datano a partire dall'XI-XII secolo, a testimonianza che la frequentazione cultuale delle grotte ebbe un significativo incremento solo nel basso medioevo. / ENGLISH: The Campania has not a rocky architecture similar to that of other areas of Southern Italy, where the rock was excavated to realise buildings. In Campania the nature of the rock, hard and difficult to work, has induced the men to adapt the natural cavities rather than to create artificial caves. Except some cases, they generally use the natural cavities making just limited architectonic works and realising frescoes. The transformation of natural cavities in churches requires, in fact, the realization of structures finalized to articulate the spaces and to regularize the walls of the cave in order to receive the images. The analytical study of the rocky units of Campania is particularly difficult, since we have not a complete survey. The greater part of the units has not been studied correctly under the archaeological and historical-artistical aspect. There are strong doubts about the number of the rocky units, their exact location and the chronology of their liturgical use. At the moment the medieval frequentation of the caves is not documented by archaeological excavations, except the case of Olevano sul Tusciano. The archaeological cataloguing of the rock units of Campania and the creation of a Geographic Informative System (GIS) are the aims of primary importance to achieve in the next future. The searches have shown, however, some important data: the medieval rocky churches are generally located in the area of the old cities. Their origin is connected generally to the enterprise of the clergy, aristocracy and local communities. The greater part of the rock churches is constituted by small sanctuaries or pilgrimage sites consecrated to the Archangel. The interest of the clergy and the local nobility forf the rocky churches, beyond supplying to the administrators a sure economic independence thanks to the generous equipments of assets, determined the formation of rich historical-artistical patrimony. The analysis of rocky paintings has evidenced the prevalence of purchasers, religious or lay, of "Latin" atmosphere. That circumstance excludes every connection between the rocky units and the Byzantine world, considered moreover that the phenomenon is diffused along thecoast between Sorrento and Amalfi, as well as in the rest of Campania. Except the cases of S. Maria de Olearia and Olevano sul Tusciano (end of 10th century), the frescoes coveredthe walls of the caves beginning from the 11th-12th century, when the liturgical use of natural cavities increased meaningfully.

Tipologia del documento: Capitolo di libro
Informazioni aggiuntive: In testa al frontespizio: Federazione speleologica campana; Gruppo speleologico Natura esplora; Comune di Oliveto Citra. - Sul frontespizio: Nel decennale della fondazione del Gruppo speleologico Natura esplora.
Parole chiave: Chiese rupestri, Campania medioevale, Affreschi, Rocky churches, Medieval Campania, Frescos
Soggetto: D History General and Old World > D History (General) > D111 Medieval History
Depositato da: dr Vincenzo De Luise
Depositato il: 24 Nov 2014 15:44
Ultima modifica: 24 Nov 2014 15:44
URI: http://www.rmoa.unina.it/id/eprint/810

Downloads

Downloads per month over past year

Actions (login required)

Modifica documento Modifica documento