Fra campanile, accademia e biblioteca: le "medievistiche" locali nella Romagna dell'Ottocento

Angiolini, Enrico (2019) Fra campanile, accademia e biblioteca: le "medievistiche" locali nella Romagna dell'Ottocento. In: Erudizione cittadina e fonti documentarie. Archivi e ricerca storica nell'Ottocento italiano (1840-1880). Vol. 2. Reti Medievali. E-Book (33). Firenze University Press, Firenze, pp. 689-697. ISBN 978-88-6453-840-2

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ITALIANO: In Romagna gli studi medievistici fra XIX e XX secolo continuano una tradizione municipalistica: le accademie di fondazione settecentesca restano le uniche istituzioni culturali di riferimento, che si attardano però su modelli classicistici. Gli archivi presenti sul territorio o sono quelli ecclesiastici o sono quelli delle comunità, spesso tanto antiche e ricche di memorie quanto povere. Pure i grandi archivi degli enti religiosi soppressi in età rivoluzionaria sono spesso “affidati” alle biblioteche municipali, mentre all’istituzione di archivi statali dedicati alla conservazione di queste fondamentali documentazioni si giungerà soltanto a partire dal 1941. Quindi per lungo tempo è soltanto presso le biblioteche comunali, le accademie e le chiese locali che si fa la medievistica romagnola dall’Ottocento. La storiografia medievistica romagnola si è ammodernata soltanto dopo la seconda guerra mondiale, rimossa l’ipoteca ideologica del regime fascista, con la nascita della Società di studi romagnoli, l’applicazione della legislazione archivistica statale e l’affermazione di giovani studiosi formatisi a metodologie aggiornate e interessati alla storia “locale” romagnola in chiave non localistica. / ENGLISH: In Romagna, between the nineteenth and the twentieth centuries, medieval studies continued to follow the local tradition: the academies founded in the eighteenth century remained the only cultural institutions, but these lagged behind, still hinged on classical models. The archives of Romagna belonged either to ecclesiastical institutions or to municipalities, often rich in memory but economically poor. Even the large archives of the religious institutions that were suppressed during the revolutionary era were often “entrusted” to municipal libraries, while the state archives dedicated to the preservation of these essential documents were established only in 1941. For a long time, medieval studies in Romagna developed only in municipal libraries, academies and local churches. Studies on the region started to keep in line with contemporary currents only after the Second World War, with the end of Fascism, the foundation of the Società di studi romagnoli, the application of archival state law and the affirmation of young scholars trained in modern methodologies.

Tipologia del documento: Capitolo di libro
Informazioni aggiuntive: Nella sezione: "L'Emilia e le regioni pontificie".
Parole chiave: XIX secolo, Romagna, medievistica, Archivi, Biblioteche, 19th century, Medieval Studies, Archives, Libraries
Soggetto: D History General and Old World > D History (General) > D111 Medieval History
Depositato da: dr Vincenzo De Luise
Depositato il: 06 Lug 2019 11:30
Ultima modifica: 22 Set 2019 16:52
URI: http://www.rmoa.unina.it/id/eprint/5228

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