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E-learning

Pietro Corrao,
E-classroom. Esperienze digitali e telematiche di didattica medievistica negli Stati Uniti

[links attivi al 4 marzo 2002]

2002 - Pietro Corrao per "Reti Medievali"


1. E' quasi un luogo comune che la tecnologia digitale e l'utilizzazione di strumenti telematici offra alla didattica di ogni livello rilevanti possibilit trasformandone profondamente ritmi, metodi, contenuti e che alcune delle maggiori opportunit della rete telematica siano da ricercare proprio in campo didattico[1]. L'ormai estesissima sperimentazione nel campo della didattica a distanza propriamente detta uno degli ambiti sul quale si concentrato il dibattito sulla utilizzazione delle tecnologie digitali e telematiche in ambito didattico, mentre vivacissimo l'interesse di docenti, teorici e specialisti di pedagogia e didattica sul versante strettamente metodologico[2]. Nella letteratura sulle forme di comunicazione rese possibili e stimolate dal digitale - l'ipertestualit, anzitutto - si sottolinea costantemente la particolare adeguatezza degli strumenti digitali proprio alla dimensione didattica[3]
Queste pagine partono da questi dati di fatto, considerandoli ormai acquisiti, e non hanno lo scopo di intervenire su temi di carattere cos generale, ma di esaminare la pratica corrente della didattica medievistica nelle universit nordamericane che ha un riflesso pubblico in rete. Hanno intenzione dunque di costituire un'informazione e una riflessione sui problemi della trasmissione delle conoscenze di base nell'ambito disciplinare della medievistica in una realt culturale ed accademica per molti aspetti diversa dalla tradizione europea e su quelli relativi alla effettiva utilizzazione, all'efficacia e alle potenzialit delle tecnologie digitali e telematiche nello stesso contesto disciplinare medievistico.
Ci per diversi ordini di motivi: in primo luogo, per la convinzione che l'approccio disciplinare a questo tipo di problemi possa evitare la genericit nell'affrontare i temi dell'utilizzazione degli strumenti telematici nella comunicazione culturale; ancora, per l'innegabile prevalenza, sul Web, della disponibilit di testimonianze e di sperimentazioni della pratica didattica medievistica statunitense, bench anche in altre realt culturali sia cospicuo il ricorso alle nuove tecnologie per l'insegnamento; infine, perch il modello didattico statunitense - e anglosassone in generale - soprattutto a livello universitario di base, offre alcuni utili punti di riferimento per immaginare ed esaminare il possibile approdo della trasformazione che si avviata nella didattica universitaria italiana con la riorganizzazione dei corsi di studio, il conseguente mutamento di ruolo delle discipline medievistiche e storiche in generale nei curricula umanistici, la diffusione presso docenti e studenti di competenze connesse con il digitale e di pratiche ad esso legate.
Servir ricordare che recenti indagini campione hanno mostrato che - a dispetto delle apparenze - la pratica di sperimentazioni didattiche in rete nelle universit statunitensi non ha un ruolo consolidato n universale nel panorama dell'insegnamento delle discipline storiche[4]. Nonostante ci, tuttavia, l'ambito nordamericano resta quello maggiormente rappresentato sulla rete ad un livello che superi quello semplicemente informativo.

2. La base di questa indagine costituita da pagine web - di natura molto varia - dedicate alla didattica medievistica. Si tratta di home pages di docenti destinate al supporto della didattica, di tutorials, di syllabi di corsi, di depositi di fonti digitalizzate specificamente pensati per la didattica e - come si vedr - di pagine difficilmente inquadrabili in una tipologia precisa, ma in ogni caso connesse con scopi didattici.
Per quanto la selezione dei siti esaminati non sia stata operata adottando metodi rigorosi di costruzione di un campione - operazione peraltro di dubbia realizzabilit, data la fluidit dei materiali presenti in rete - e il panorama abbia un carattere relativamente impressionistico, la tipologia e il numero dei siti considerati fa ritenere che essi siano sufficientemente rappresentativi delle tendenze e degli indirizzi attualmente esistenti. In proposito, pur rilevando il notevole numero di pagine web relative a corsi universitari di storia medievale,  non si pu tacere sul fatto che esso rappresenta sicuramente un'esigua minoranza rispetto all'offerta didattica medievistica complessiva delle universit nordamericane, sia perch - come si gi ricordato - l'uso della telematica molto meno universale di quanto non si ritenga comunemente, sia perch - per ovvie ragioni di carattere economico - di recente si sicuramente incrementata la tendenza delle universit e dei dipartimenti di storia di limitare l'accesso ai materiali didattici e alle stesse informazioni sui corsi ai soli iscritti[5]. Di recente, discutendo di questi problemi - che investono la contraddizione fra pubblicizzazione dei corsi e diritto a godere dei servizi didattici da parte dei soli iscritti che contribuiscono economicamente al bilancio delle universit - un pioniere della didattica medievistica in rete, Ellis Knox della Boise State University, proponeva una struttura a due livelli, uno a libero accesso e uno regolato dall'iscrizione, che si avvale in esclusiva dei servizi on line offerti dal corso[6].
I dati su cui si lavorato sono relativi ad una quarantina corsi medievistici tenuti o programmati da una ventina di docenti fra il 1998 e il 2001 in sedici diverse universit[7]. A questi vanno aggiunti alcuni siti correlati con la didattica, ma che non rappresentano il supporto telematico di specifici corsi, proponendosi come sussidio utilizzabile a pi vasto raggio[8]. I corsi selezionati rappresentano una frazione piuttosto piccola dell'offerta didattica medievistica complessiva ricostruibile dalle informazioni sull'offerta didattica di ciascuna universit o dipartimento[9]; tuttavia un confronto con l'elenco dei corsi che utilizzano i materiali documentari in rete offerto da un grande deposito di fonti digitali[10] - che comprende un'ottantina di corsi, fra i quali molti di studi letterari - fa ritenere che il campione selezionato sia abbastanza rappresentativo dell'attuale stato dell'utilizzazione di risorse telematiche per la didattica medievistica.
Fra le universit considerate figurano sia atenei di grandissimo prestigio quali Yale, Cornell, Princeton, sia atenei pi periferici nel circuito accademico. Alcune universit (e fra queste l'unica non statunitense, ma assimilabile a quelle considerate, quella di Calgary) sono da tempo all'avanguardia nello sviluppo di progetti relativi all'utilizzazione di strumenti digitali e telematici nella didattica e nella comunicazione di argomento storico[11].
Analogamente, alcuni dei docenti dei corsi considerati sono molto noti nel panorama della medievistica internazionale (da Lynn Nelson a Kenneth Pennington, da Peter Hyams a James Given, ad esempio), altri sono invece rappresentativi del circuito pi legato al circuito della didattica statunitense.
Tra i docenti figurano, inoltre, sia alcuni precursori dell'applicazione di tecniche telematiche agli studi medievali, sia alcuni dei pi attivi ideatori di esperienze pilota in questo campo, quali Lynn Nelson, Ellis Knox, Paul Halsall; si noti che fra costoro non c' necessariamente una comune collocazione generazionale: se vero che in molti casi si tratta di docenti relativamente giovani, uno dei pi noti propulsori e sperimentatori della comunicazione storica in rete L. Nelson, che appartiene anagraficamente ad una fascia d'et pi alta e culturalmente ad una generazione pi antica.
Nella recensione dei siti relativi a corsi sono stati privilegiati quelli di carattere generale o introduttivo agli studi medievali (survey courses); ci sia in relazione alla maggiore possibilit di confrontare corsi di natura omogenea riguardo alle esperienze e agli strumenti adottati; sia perch sembrato di particolare interesse verificare l'uso di metodi e strumenti dalla forte capacit di diffusione dell'informazione relativamente ad attivit destinate a un pubblico numeroso di studenti; sia infine in relazione a quanto prima si accennava a proposito del diverso ruolo che in prospettiva l'insegnamento della storia e della storia medievale in particolare va assumendo nei curricula umanistici tradizionali e meno tradizionali. Si pu infatti ragionevolmente ritenere che - al di l della polemica sulla "liceizzazione" dell'insegnamento universitario e dell'universit stessa che sarebbe indotta dalla riforma in atto in Italia - la didattica basata su corsi di carattere pi generale sia destinata ad assumere un ruolo molto pi centrale rispetto alla tradizionale tendenza verso proposte monografiche e tematicamente specializzate.
Si tratta senz'altro di una sfida ad un consolidato modello - particolarmente radicato nell'universit e nella medievistica italiana - che privilegia aspetti specialistici e "monografici", spesso a scapito della didattica di carattere generale. Una sfida che, se bene intesa, pu avere come effetto non lo smantellamento della specializzazione, ma la sperimentazione di una didattica medievistica che, anche sul piano delle conoscenze generali, non rinunci alla trasmissione di contenuti "alti", che punti al riversamento delle acquisizioni della ricerca specialistica in una prospettiva di sintesi utilizzabile sia da parte di studenti non specificamente inquadrati nella formazione del tradizionale laureato in discipline umanistiche, sia da parte di studenti il cui profilo intellettuale privilegia la specializzazione in studi di carattere storico.
In questo senso l'esperienza della didattica americana - molto significativa in questa direzione per la struttura della popolazione studentesca e per gli obiettivi di quel sistema formativo - pu costituire un contributo alla verifica della possibilit di fornire adeguate conoscenze di base in campo medievistico inquadrate in un contesto di formazione anche diverso da quello tradizionale.
Le stesse considerazioni hanno ispirato la scelta di includere fra i corsi esaminati, accanto a quelli denominati Medieval History (o Medieval Europe), anche alcuni insegnamenti strutturati secondo la peculiare concezione americana della Western Civilization, che pone al centro del suo modello l'Europa dei secoli V-XV, considerando il medioevo europeo come uno dei momenti fondativi della cultura occidentale. In molti casi gli insegnamenti medievistici sono compresi in corsi di World History; sono stati dunque presi in considerazione anche alcuni corsi che recano tale intitolazione e hanno una peculiare struttura, tematicamente e geograficamente pi ampia dei tradizionali corsi medievistici.
Tutto ci non significa che non siano stati considerati siti relativi a corsi pi specialistici: un certo numero di tali corsi - che peraltro non differiscono troppo dai primi dal punto di vista dell'utilizzazione di strumenti digitali e della struttura del supporto didattico in rete - figurano fra quelli analizzati[12].
In ogni caso, sono stati presi in considerazione prevalentemente strumenti web di sussidio alla didattica tradizionale e non esperienze di didattica a distanza, di carattere sostitutivo dei corsi di lezioni. In questo ambito ricadono, per la loro rilevanza pionieristica, i soli casi dei corsi "asincroni", esclusivamente on line, realizzati da Ellis Knox, della Boise State University. Il primo esperimento in questo senso fu il corso denominato Electric Renaissance. An Experiment in Learning. Si tratta di un'esperienza piuttosto antica (del 1995), che ebbe grande successo ed rimasta come punto di riferimento delle virtual classrooms. Continuando ad aggiornare il corso - che ha fatto da modello ad altri -, l'autore ne ha fatto un bilancio, quanto ad efficacia e difficolt, che una preziosa base di discussione per la ricchezza della problematica che affronta[13].
Basti citare qui quanto Knox dichiara nella presentazione di uno di questi corsi per sottolineare come l'e-classroom sia fortemente legata alla tradizione della didattica statunitense e ne costituisca una traduzione in termini telematici: "This course rests upon three bases: a physical book, the Web site, and discussion. It is a very traditional college course in its principles and subject matter; only the format is new"[14].
L'analogia fra progetti e realizzazioni di virtual classrooms[15] vere e proprie e alcune delle soluzioni di supporto in rete alla didattica tradizionale consente di includere i corsi "asincroni" di Knox nella presente analisi, rilevando anzi che il modello delle esperienze di Electric Renaissance e degli altri corsi da questi realizzati all'Universit di Boise (ipertestualit, riferimento a materiali in rete, produzione di materiali digitali specifici per il corso, uso dell'e-mail come strumento di discussione) ha influenzato profondamente la pratica della didattica medievistica statunitense in rete. Tuttavia, nonostante l'utilizzazione di questi strumenti come supporto, in generale sempre forte, nella presentazione dei corsi, il richiamo all'indispensabile ruolo di stimolo del docente, alla presenza fisica alle discussioni in aula, all'importanza delle lezioni e dello studio sul tradizionale materiale bibliografico[16].

3. Il primo dato che va rilevato, osservando complessivamente il panorama delle pagine web selezionate, che - pur nella relativa variet delle soluzioni adottate -, esse sono di norma legate al modello del syllabus, del programma-calendario che elenca settimana per settimana i temi delle lezioni, le letture richieste, e scandisce nel tempo le diverse attivit del corso (discussione, elaborazione di papers, esame finale). La scelta prevalente sembra dunque essere quella di tradurre in termini telematici uno strumento informativo e organizzativo ben sperimentato e tradizionalmente noto, arricchendolo con quanto offerto dalle nuove tecnologie.
Va subito segnalato che la disponibilit di spazi molto ampi e dinamici per la pubblicazione e la diffusione di informazioni consente di incrementare il livello di comunicazione sull'attivit didattica, sui suoi tempi e sulle sue regole. La maggiore accessibilit dell'informazione e la sua costante aggiornabilit garantiscono agli studenti una conoscenza molto dettagliata del funzionamento del corso di lezioni. Si tratta di un elemento "estrinseco" rispetto ai contenuti del corso stesso, ma di grandissima utilit per il corretto orientamento dello studente e per il suo coinvolgimento nell'esperienza didattica[17].
Relativamente ai contenuti dei corsi, la soluzione del syllabus potenziato dal collegamento e dall'integrazione con altri strumenti non affatto sorprendente e risulta meno banale di quanto possa sembrare a prima vista. Su questa struttura, gli innesti diretti di materiali di altro genere attraverso dei collegamenti ipertestuali configurano uno strumento che va molto al di l di un tradizionale "programma delle lezioni".
Un primo livello di materiali che costituiscono il risvolto telematico dei corsi rappresentato dai testi o dagli schemi delle lezioni. La maggior parte dei corsi esaminati offrono collegamenti ipertestuali a questo tipo di materiale a partire dal syllabus, trasformando cos il tradizionale calendario-elenco di testi in qualcosa di simile ad un manuale, sia pure in forma a volte molto stringata. In alcuni casi, ci invece sostituito - o affiancato - da elenchi di parole chiave o schemi degli obiettivi di apprendimento relativi a ciascuno dei temi trattati nel corso di lezioni[18].
Strettamente collegata con un'impostazione che prevede l'accesso diretto da parte dello studente a fonti esemplificative fin dal primo approccio con gli studi storici l'inclusione di collegamenti a testi e letture presenti in rete. Qui va rilevata una fondamentale differenza fra la scelta di produrre autonomamente, da parte del docente, una raccolta di testi digitalizzati e renderla disponibile in rete ai propri studenti e quella di utilizzare riferimenti a collezioni digitali esistenti, sia destinate appositamente alla didattica, sia derivate da progetti di costruzione di digital libraries di carattere pi generale.
La prima soluzione presenta il limite dell'ampiezza relativamente ridotta della raccolta, a fronte di una maggiore cura nella selezione delle fonti proposte in relazione al corso. La seconda - che appare orientata a fare emergere come standard di riferimento l'imponente silloge di fonti rappresentata dall'Internet Medieval Sourcebook di cui si dir oltre- pu contare sulla possibilit di selezionare quanto adeguato al corso su una base molto ampia di materiale[19].
Il problema uno dei punti chiave dell'utilizzazione delle risorse telematiche: la possibilit di realizzare con un impegno relativamente ridotto delle "edizioni" personali di testi e fonti, calibrate sugli scopi di ciascun docente o ricercatore rischia di moltiplicare la diffusione di materiali spesso piuttosto grezzi. Di contro, il riferimento ad un insieme standardizzato di letture presenta il pericolo di cristallizzare l'interesse e l'orientamento tematico dei docenti, dei loro corsi, degli studenti attorno alle scelte di chi produce le grandi raccolte.
In entrambi i casi comunque presente il pericolo dell'allontanamento degli studenti dal contatto diretto con l'affidabilit delle edizioni tradizionali di fonti. Il fatto che la stragrande maggioranza delle fonti disponibili in rete appaia in traduzione in lingua inglese rappresenta un enorme limite alla qualit dei testi, ma va rilevato che non si tratta di un fenomeno connesso con l'apparizione di edizioni digitali e telematiche, ma piuttosto di un uso consolidato della didattica anglosassone.  
Un'altra categoria di strumenti messi a disposizione da collegamenti ipertestuali anch'essa di tipo tradizionale: carte, immagini, glossari, cronologie e, naturalmente, bibliografie. Anche in questo caso si tratta, alternativamente, di materiali autoprodotti dal docente in relazione al corso specifico o di links a raccolte specifiche, esterne al sito del corso[20].
La considerazione che pu farsi in proposito riguarda la relativa scarsit del ricorso a tali materiali: solamente cinque dei corsi considerati indicano bibliografie di una qualche estensione, mentre l'uso di immagini e di carte storiche - anch'esso abbastanza limitato -  spesso solamente decorativo, e la fonte iconografica non appare di norma utilizzata nella sua autonomia.
Tutto ci appare sorprendente, ove si pensi che uno dei maggiori vantaggi della comunicazione digitale l'esiguit dell'investimento economico richiesto dalla pubblicazione di materiale iconografico rispetto agli elevati costi della stampa, e ove si consideri che la diffusione telematica appare particolarmente congrua con la natura di materiale grezzo propria di una bibliografia di lavoro, poco adatta ad altre forme di pubblicazione.
Scopi strettamente legati alle esigenze della pratica didattica hanno invece altri strumenti che arricchiscono le pagine dedicate ai corsi, quali gli esempi di questionari d'esame o le guide alla scrittura e agli studi storici in generale. Per i primi la traduzione digitale e la diffusione telematica presenta il vantaggio della maggiore possibilit di diffusione  rispetto alle versioni cartacee; le seconde sono invece un esempio di come un genere editoriale molto specializzato possa trovare nella rete un luogo di proliferazione grazie all'economicit della pubblicazione. Anche qui, tuttavia, la tendenza prevalente quella di riferirsi a strumenti - anche di ottimo livello - elaborati da team di specialisti e resi disponibili in rete nei siti delle universit che li hanno prodotti[21].
Il potenziamento del syllabus passa infine attraverso l'integrazione in esso di una serie di strumenti propri della comunicazione telematica. L'uso della posta elettronica senz'altro il pi caratteristico fra questi. L'immediatezza propria della comunicazione per e-mail viene utilizzata con diversa intensit, dal semplice sfruttamento della rapidit del contatto per assicurare un pi elevato livello di comunicazione informativa fra docenti e studenti, al sofisticato uso come mezzo per impiantare dei veri e propri ambienti di discussione virtuale, istituendo un continuo feedback reciproco fra studenti e docenti. L'e-blackboard, tuttavia, uno strumento che richiede un grosso impegno di lavoro aggiuntivo per i docenti e si ha la senzazione che in questa forma la sua utilizzazione sia piuttosto ridotta[22].
In alcuni - pochi - casi, dei docenti hanno introdotto nella loro pratica didattica degli strumenti nati nel Web, in relazione alle sue utilizzazioni pi generali: funzioni di ricerca all'interno delle pagine - specie quando queste raggiungono numero e dimensioni cospicui -, elenchi di Frequently Asked Questions sui temi del corso, in analogia con le FAQ di molti siti commerciali. Sperimentazioni interessanti, senza dubbio, ma che suggeriscono un forte rischio di impoverimento e di banalizzazione dell'approccio a temi complessi e non facilmente formalizzabili come quelli di un corso di studi medievistici[23].
A questa stessa categoria di strumenti pu essere assimilato la pratica di costruire, all'interno delle pagine del corso, un piccolo gateway di risorse telematiche, un elenco di siti inerenti ai temi del corso o utili come sussidio ed estensione degli argomenti di studio, o ancora di siti di riferimento generale per gli studi medievali[24]. Va sottolineato che si rileva con chiarezza che agli entusiasmi iniziali si va sostituendo una notevole cautela nel proporre tali strumenti, largamente inflazionati nell'uso corrente del Web. Anzitutto, solo una minoranza di siti relativi a corsi di lezioni propongono elenchi di related links; in secondo luogo, sono percepibili segnali diffusi di attenzione critica verso la tendenza all'uso indiscriminato di materiali facilmente accessibili ma non sempre affidabili, come quelli presenti in rete. Molto spesso alla semplice segnalazione di siti viene sostituita una presentazione in termini critici, una guida ragionata al materiale segnalato; o ancora si distingue con chiarezza fra links a materiali interni al sito del corso - e dunque pienamente controllati dal docente quanto a qualit - e collegamenti a siti esterni; o infine si d grande rilievo all'avvertenza di utilizzare con molta cautela le "risorse" di rete, sottolineandone gli enormi dislivelli qualitativi, fino a giungere all'esplicito divieto di citazione di siti web nei papers dovuti dagli studenti[25].
Un rigoroso controllo della qualit delle risorse on line dunque una necessit imprescindibile in un panorama del Web in cui l'inflazione informativa e l'appiattimento delle gerarchie fra coloro che propongono informazione e conoscenza fa da contraltare alla relativa scarsit di materiale aggiornato e adeguatamente specializzato. E' molto diffuso, ad esempio, il ricorso come strumento di reference alla peraltro eccellente Catholic Encyclopedia nell'edizione del 1913 o alle voci, necessariamente generali, della Encyclopedia Britannica on line[26]. Questo, per, solamente uno degli aspetti - e non il pi grave - del problema. I veri rischi di banalizzazione e di disorientamento provengono invece dall'assenza di criteri condivisi di valutazione di "risorse" che hanno caratteristiche che sfuggono ai tradizionali canoni di giudizio della disciplina[27].
Indipendentemente dalla forma specifica in cui sono strutturate, ad accomunare le pagine dedicate alla didattica la caratteristica ipertestuale e ipermediale; in alcuni casi, a materiali di sussidio che sono semplici traduzioni di strumenti tradizionali, si affiancano pure degli strumenti realizzati con l'utilizzazione intensiva di tecniche ipertestuali: il Virtual Pilgrimage che correda il corso sulle Crociate di Ellis Knox o i Virtual Tours  nelle abbazie inglesi e francesi proposti da Deborah Vess sono realizzazioni per le quali si pu ipotizzare una notevole efficacia didattica, grazie all'interattivit che presuppongono, alla ricchezza dei materiali in essi contenuti, alla strutturazione in testi adeguatamente sintetici fra i quali costruire un percorso di lettura autonomo da parte del lettore[28].
L'adozione di tecniche ipertestuali non solamente frutto di impegno programmatico; in alcuni casi l'accumulo nel tempo di materiali relativi ai diversi corsi tenuti e la loro riutilizzazione genera quasi spontaneamente degli ipertesti molto particolari, derivati dalle connessioni che si realizzano fra diverse pagine prodotte nel corso di diverse esperienze didattiche. La forma di queste pagine pi complesse di estremo interesse, come sperimentazione di forme originali di testualit legate alle esigenze della didattica come della ricerca; esse si avvicinano al modello di un "docuverse" (un universo documentario integrato) personale del docente, una sorta di nucleo che si va sviluppando mettendo in relazione l'intera produzione - a scopi didattici in questo caso -  dello studioso[29].
La struttura di queste pagine quella di una home page del docente, che in alcuni casi, coordina i syllabi dei diversi corsi tenuti da questi, raggruppando a volte anche un'archivio dei corsi tenuti negli anni precedenti[30]. Quando a questo coordinamento si aggiunge anche l'offerta di materiali comuni, utilizzabili e accessibili dai diversi corsi, si configura un modello differente da quello del semplice syllabus. Alcune pagine di questo genere hanno carattere molto sommario e poco strutturato, ma in alcuni casi l'integrazione fra i diversi corsi genera un vero e proprio ipertesto, che integra una sorta di archivio della didattica, materiali di sussidio, bibliografie utilizzabili in diversi contesti[31].
Si gi messa in luce la possibile dicotomia fra autoproduzione e ricorso a materiali prodotti da apposite strutture[32]; si vedr pi oltre qualche esempio di questa seconda tipologia. Quello che va sottolineato qui il buon livello qualitativo, dal punto di vista strettamente tecnico e comunicativo, che caratterizza i siti autoprodotti dai singoli docenti; attorno a questa attivit si d'altronde sviluppata una cospicua produzione di software specializzato, che consente anche a non specialisti di tecniche web di sviluppare pagine dotate delle caratteristiche finora esposte[33]. Ci consente pure ai singoli docenti di non ricorrere alla mediazione di tecnici della comunicazione, estranei alla disciplina, ma pone il problema del cospicuo incremento dell'impegno da dedicare all'attivit didattica connesso con l'adozione di tecnologie telematiche e digitali[34].

4. Un'altra tipologia di siti didattici quella dei tutorials, non sempre direttamente legati ad un corso specifico, ma che si configurano come dei manuali digitali, dotati di collegamenti ipertestuali a immagini, letture e fonti direttamente accessibili on line. Due di questi tutorials sono prodotti dal Department of History dell'Universit di Calgary, dall'Applied History Research Group e sono dedicati rispettivamente all'Europa nell'alto medioevo e nei secoli XIV-XV[35]. I due tutorials costituiscono strumenti introduttivi, in forma compendiata, ai maggiori temi della storia dell'Europa medievale, e sono esplicitamente pensati per fornire basi di conoscenze per il proseguimento degli studi di storia generale; esigenze di integrazione o di recupero di conoscenze acquisite vengono cos affidate alla versatilit e all'efficacia di un "manuale digitale".
A differenza dei syllabi, il filo conduttore costituito da alcuni  brevi testi, dedicati a un certo numero di grandi temi quali, ad esempio, le migrazioni germaniche, l'impero franco o la citt-stato italiana; al loro interno sono attivi dei collegamenti ad altre pagine contenenti altri saggi su temi pi specifici, o a un glossario, o a fonti selezionate. Questi materiali sono in massima parte interni al sito, dunque curati dagli stessi autori del tutorial, ma non mancano collegamenti a testi pubblicati in altri siti, in genere collezioni digitali di fonti, accuratamente selezionati. La differente natura dei links - interni ed esterni al sito - segnalata da un diverso colore, che stabilisce un criterio di omogeneit fra i materiali "citati"; a volte viene istituita una gerarchia fra le letture ritenute un'integrazione indispensabile e quelle da considerare aggiuntive.
A questi tutorials possono essere assimilati degli strumenti molto particolari, anche questi non agganciati direttamente ad un singolo corso, anche se prodotti a partire dalle esigenze didattiche di un singolo docente. Il primo il "research  textbook" Western Civilization. Europe in the Middle Agesrealizzato da Richard Hooker della Washington State University[36], il secondo - del quale liberamente accessibile in rete solamente una presentazione e qualche pagina esemplificativa - il progetto Mappamundi di Michael Curschmann, dell'Universit di Princeton[37]; ad essi pu essere pure affiancato il pi modesto progetto Webchron della North Park University di Chicago[38].
Il research textbook di Hooker si presenta come un progetto ambizioso, di qualit elevata quanto a contenuti, che dovrebbe integrare in un sistema di collegamenti ipertestuali una serie di saggi tematici, originalmente strutturati attorno al problema della pluralit culturale dell'Europa medievale, una galleria di fonti iconografiche esemplificative, una cronologia, un atlante storico, un glossario, una collezione di fonti commentate. Dovrebbe trattarsi di materiali interamente prodotti dal curatore, affiancati ad una selezione di links criticamente valutati. Al momento attuale, tuttavia, sono disponibili solamente i saggi base, e il lungo periodo trascorso dall'apparizione del sito fa ritenere che l'iniziativa sia stata accantonata. Con ogni probabilit, l'investimento di risorse necessario per un progetto cos vasto risultato eccessivo per le forze di un singolo docente; si ripropone dunque ancora una volta la contraddizione fra la possibilit offerta dalla telematica e dalla tecnica digitale di realizzare strumenti autonomamente calibrati e strutturati secondo le esigenze di un docente o di uno specifico corso e la necessit di ricorrere invece - per disporre di materiali di qualit professionale e soprattutto per la difficolt di investire tempo ed energia nell'autoproduzione - a strumenti elaborati da apposite strutture editoriali, anche non tradizionali.
Il progetto Mappamundi ha caratteristiche differenti; si tratta di un database di immagini (circa 2500, allo stato attuale) ampiamente analizzate, commentate e collegate a voci di un dizionario biografico. L'obiettivo di costituire una raccolta organizzata di materiali iconografici destinati a tutti i corsi medievistici dell'Universit di Princeton, sulla base della considerazione che l'uso di tali sussidi nella didattica medievistica risulta episodico, eccessivamente superficiale, e che il lavoro di commento e di esegesi che si svolge su di essi in sede didattica va perduto nell'oralit delle lezioni e delle discussioni. Il database acquista dunque la funzione di memoria virtuale dell'attivit didattica.
La tipologia di Mappamundi radicalmente diversa da quanto fin qui esaminato: anzitutto, le schede derivano prevalentemente dal lavoro svolto dagli stessi studenti sotto la guida del docente; un'altra forma di autoproduzione, dunque, direttamente legata alla pratica didattica[39]. In secondo luogo, l'autore sottolinea il carattere complementare dello strumento realizzato, destinato ad essere utilizzato al di fuori dello svolgimento del corso di lezioni, come integrazione dello studio individuale. Diverse anche le modalit della diffusione in rete: il database riservato agli studenti della prestigiosa universit, ma il suo ideatore ha ritenuto di divulgare l'iniziativa per favorire eventuali riproduzioni del progetto.
Caratteristiche non molto differenti, sia pure ad altro livello, ha Webchron: una cronologia essenziale, distinta per aree e per epoche, strutturata su pi livelli di profondit raggiungibili secondo le necessit degli utenti, e dotata di collegamenti ipertestuali ad un glossario biografico. Come in altri casi gi visti, si tratta di uno strumento pensato istituzionalmente per una funzione relativa alla didattica nel settore disciplinare della storia di un'intera universit. Il modello di Webchron - su scala pi ridotta e a scopi puramente didattici di base - sembra essere quella grande iniziativa, una delle maggiori presenti in rete per gli studi medievali, denominata ECOLE, nata dall'attivit di Anthony Beavers - storico della religione tardo-antica dell'Universit di Evansville - che struttura attorno ad una cronologia, ad un glossario biografico e tematico con diversi livelli di estensione, e ad una collezione di fonti interconnesse una notevole quantit di materiali relativi alla tarda antichit e al primo medioevo[40].
Si detto che la maggior parte delle pagine didattiche che forniscono collegamenti a fonti pubblicate in rete fanno riferimento alla pi grande collezione di fonti medievali oggi disponibile on line, l'Internet Medieval Sourcebook, curato da Paul Halsall[41]. Costruito inizialmente come deposito specifico di fonti tradotte in inglese ad uso del corso introduttivo di storia medievale tenuto da Halsall alla Fordham University di New York, l'IMS ha avuto un enorme successo nell'utilizzazione didattica ed poi confluito nella grande biblioteca digitale dell'On Line Reference Book for Medieval Studies (ORB). Nei pochi anni della sua esistenza, l'antologia di Halsall ha totalizzato pi di 2.500.000 accessi, stata "adottata" in almeno un'ottantina di corsi di studi medievali e sull'onda del suo successo si sviluppata un'intera famiglia di antologie di fonti, relative a Bisanzio, all'Islam, agli studi di genere, all'africanistica[42].
Partito dalla constatazione dell'elevatissimo prezzo delle antologie di fonti a stampa e dalla necessit di disporre di una scelta vasta e adeguatamente selezionata di fonti per la didattica, l'IMS si strutturato attorno a due fondamentali sezioni, Selected sources, la vera e propria, vastissima, antologia di testi appositamente digitalizzati dal curatore e dal suo gruppo di lavoro, e Full Text, che invece un indice ipertestuale delle edizioni di fonti disponibili integralmente in rete in altri siti. Accanto a questa, in linea con gli interessi di ricerca di Halsall, una sezione di Vite di Santi rappresenta un completamento in senso pi specialistico del panorama delle fonti offerte dall'antologia. Gli arricchimenti successivi - fra i quali una sezione di testi spagnoli e francesi, una sezione specifica di documenti giuridici medievali, collegamenti a risorse iconografiche, musicali, ad una pagina sul cinema di argomento medievale, e una sezione di Secondary sources che seleziona saggi di argomento medievistico relativi alle fonti - hanno configurato una realt imponente, che tuttavia soffre dell'insuperabile limite, dal punto di vista degli studiosi europei, del fatto di fornire la sola traduzione inglese dei testi che raccoglie.
Si detto che da qualche tempo l'IMS divenuto il punto di forza della vasta iniziativa denominata On Line Reference Book for Medieval Studies (ORB)[43]. Realizzato presso il Rhodes College ad opera di un nutrito gruppo di medievisti di numerose universit statunitensi, canadesi ed europee sulla base di un programma di intervento sia nel campo della ricerca sia in quello della didattica, questo grande "portale" medievistico si affermato come un altro dei punti di riferimento globali per la didattica universitaria in ambito anglosassone. Si utilizzata la definizione di "portale" (gateway) solamente per brevit, poich in realt ORB, a differenza degli altrettanto ambiziosi ma meno dinamici Labyrinth e Netserf [44]- che si configurano pienamente come gateway - non una tradizionale "guida alle risorse web" per gli studi medievali, e le sue molte pagine contengono sia collegamenti e segnalazioni di altri siti, sia un gran numero di saggi e bibliografie originali, redatti dai curatori e dai collaboratori del sito; il tutto inserito in una struttura che organizza tematicamente i materiali. 
La sezione dedicata alla didattica, oltre a contenere l'IMS e altri materiali specificamente prodotti dai curatori del sito, indirizza alle pi qualificate risorse di carattere didattico, coordinandole in un unico schema. Essa contiene anche esemplificazioni di siti didattici, di strumenti quali cronologie, glossari, guide alla scrittura e alla ricerca, bibliografie, indicazioni di archivi iconografici on line, strumenti software per gli studi medievali, una raccolta di materiali didattici, una Textbook library di manuali digitali. La sezione Teaching resources  di ORB in sostanza un grande serbatoio di materiali didattici che, grazie alla collocazione in rete, vengono rese disponibili a studenti e docenti delle universit del mondo anglosassone.
Si chiuder questa rassegna citando un altro tipo di strumento didattico di notevole interesse accessibile in rete. Non si tratta stavolta di un'iniziativa prodotta dall'ambiente accademico, ma da quello dell'editoria di qualit specializzata in textbook. La casa editrice Prentice Hall ha creato un sito che si presenta come Companion di un volume che il classico punto di riferimento didattico per gli studi medievali e rinascimentali in ambito anglosassone e americano, Western Heritage di D.Kagan, S.Ozment, F.M.Turner, giunto alla settima edizione e adottato in decine di corsi universitari[45]. Il sito, accessibile dopo la registrazione incrociata di studente e docente, offre un riassunto di ciascun capitolo del volume, per ciascuno di essi propone  gli obiettivi di apprendimento, dei test di autoverifica delle acquisizioni dello studio, delle segnalazioni di siti web relativi ai temi del volume, degli strumenti per facilitare il contatto fra studenti e docenti per la valutazione dei risultati dell'apprendimento. L'iniziativa, destinata sia alla didattica a distanza, sia a quella tradizionale, offre un esempio di integrazione fra strumenti bibliografici tradizionali e risorse della telematica. La scelta di un testo di sintesi di grande successo didattico, ha consentito un'operazione indicativa delle possibili tendenze dell'editoria specialistica, in transizione verso il potenziamento digitale e telematico dei tradizionali strumenti a stampa.

5. Conclusione di questa rassegna non pu essere altro che il richiamo delle questioni che si sono andate evidenziando nel corso dell'analisi: il forte legame che anche le forme pi avanzate di sperimentazione di forme telematiche di insegnamento mantengono con la didattica tradizionale; l'efficacia degli strumenti telematici nel campo della diffusione dell'informazione sulle modalit della didattica; la necessit di trovare un equilibrio fra l'investimento di risorse ed energie nella realizzazione autonoma di materiali digitali e il ricorso a grandi banche dati; la corretta valutazione dei limiti qualitativi e quantitativi del Web, che non pu rappresentare un'alternativa al tradizionale ricorso al materiale bibliografico, n al ruolo di indirizzo e orientamento dei docenti. 
Resta poi da valutare la reale efficacia degli strumenti messi a disposizione dalle nuove tecnologie; da pi parti essa viene contestata, soprattutto in relazione alle difficolt di adattamento a forme non lineari di testualit e di organizzazione dell'informazione[46] e il dibattito resta ancora molto aperto. Quella che si descritta in tutti i sensi una situazione di transizione, in cui esperienze di indubbio valore e interesse si intrecciano con problemi inediti, la cui soluzione pu venire solamente da una vasta sperimentazione guidata da alcuni saldi criteri, relativi soprattutto alla qualit dei contenuti. Per definire tali criteri, ancora una volta non possibile immaginare altro punto di riferimento che l'immenso patrimonio di metodi e di acquisizioni accumulatosi nella tradizione disciplinare della medievistica.


[1] Cfr., per tutti, relativamente alle scienze umane, J. O'Donnell, Humanities in the 21st Century, in "Humanities" (1995) <http://ccat.sas.upenn.edu/jod/hackney.html>; J.J. Duderstadt, The Future of the University in An Age of Knowledge  <http://www.aln.org/alnweb/journal/issue2/duderstadt.htm>. Specificamente per la storia, alcune rassegne fanno il punto sullo stato attuale della questione: A. Wynne, History instruction and the Internet: a Literature Review, in "Journal of the Association for History and Computing", II.1, aprile 1999 <http://www.mcel.pacificu.edu/JAHC/JAHCII1/
ARTICLESII1/Wynne/Wynnindex.html
>, con un'esaustiva bibliografia generale; per una prospettiva inglese: D.A. Spaeth, S. Cameron, Computers and Resource-Based History Teaching: A UK Perspective, in "Computers and the Humanities", 34.3, agosto 2000, pp. 325-343; un panorama tematicamente molto completo in S. Noiret, La didattica della storia su Internet, in "Memoria e Ricerca", n. 2, luglio-dicembre 1998, pp.177-199. Sul web: <http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/3.htm>.

[2] A. Feenberg, No frills in the virtual classroom <http://members.aol.com/jadolby/b_surnames.htm> [URL non pi attivo al 4 marzo 2002]; K.L. Norman, Teaching in the Switched On Classroom: An Introduction to Electronic Education and HyperCourseware <http://www.lap.umd.edu/SOC/sochome.html>; B. Collis, Pedagogical Re-Engineering: A Model for the Analysis and Redesign of Courses for the WWW <http://users.edte.utwente.nl/Collis/presents/Finland/
wwwevala.htm
>. Per un continuo aggiornamento sui problemi della didattica a distanza, si possono seguire i saggi che appaiono sull'e-journal dell'"Asynchronous Learning Networks Magazine" (ALN Magazine), pubblicato dalla Vanderbilt University (Nashville) <http://www.aln.org/alnweb/magazine/alnMaga.htm>. Specificamente, su esperienze di didattica a distanza di ambito storico, E. Knox, Real problems in a virtual world. <http://history.boisestate.edu/westciv/admin/
papers/realproblems.htm
>; A. McEachern, Teaching History on the Web, in "Journal of the Association for History and Computing", I.2, novembre 1998 <http://mcel.pacificu.edu/JAHC/jahcindex.htm>. Di notevole interesse per l'approccio empirico, le pagine del Learning Technology Dissemination Initiative dell'Heriot-Watt University di Edinburgh <http://www.icbl.hw.ac.uk/ltdi/>, dedicate alla valutazione dell'adeguatezza della trasformazione digitale degli strumenti didattici.

[3] Per una selezione esemplificativa di materiali sulla ipertestualit nella saggistica di argomento storico, cfr. il "dossier webliografico" raccolto da chi scrive come supporto della relazione Saggistica storica, forma digitale: trasformazione o integrazione? al Workshop "Medium-Evo. Gli studi medievali e il mutamento digitale", Firenze 21-22 giugno 2001, disponibile all'URL
<http://www.storia.unifi.it/_PIM/medium-evo/dosweb-saggi.htm>.

[4] D.L. Andersen, Historians on the Web: A Study of Academic Historian's Use of the World Wide Web for Teaching, in "Journal of the Association for History and Computing", III.2, agosto 2000
<http://mcel.pacificu.edu/JAHC/JAHCIII2/ARTICLES/
anderson/index.html
>.

[5] Significativo l'esempio relativo ai curatissimi syllabi dei corsi di Thomas Head alla City University of New York<http://urban.hunter.cuny.edu/~thead/index.htm>, disponibili fino al 1999; i nuovi corsi sono invece protetti da un password di accesso riservato ai soli iscritti.

[6] E. Knox, Real problems in a virtual world.
<http://history.boisestate.edu/westciv/admin/papers/
realproblems.htm
>; l'idea stata poi praticata dallo stesso docente per i corsi on line da lui tenuti (cfr. History of Western Civilization,
<http://history.boisestate.edu/westciv/about.this.course.html>).

[7] Corsi di carattere generale (sono citati anche corsi specialistici compresi nella stessa pagina web):
P. Brians, Washington State University, 2000: World Civilization;
<
http://www.wsu.edu:8080/~wldciv/brians_syllabus/
index.html#study
>

F. Curta, University of Florida, 2000: Western Medieval Civilization; Medieval Archaeology; High Middle Ages; Medieval Eastern Europe; Early Middle Ages; Readings in Medieval History; Byzantine History
<http://www.clas.ufl.edu/users/fcurta/>;

J. Given, University of California at Irvine, 1999, History 110B: Europe 900-1300 
<http://eee.uci.edu/99w/28125/>;

P. Halsall, Fordham University, 1998: Introduction to Medieval Europe
<http://www.fordham.edu/halsall/medieval.html#d>;

P. Halsall, University of Florida, 2000: Medieval Europe
<http://www.unf.edu/~phalsall/medieval/>;

F. Hartigan, University of Nevada, Reno, 2000: Foundations of Western Culture
<
http://www.dce.unr.edu/istudy/wt201/>;

T. Head, City University of New York, 2000: Ancient and Medieval Christianity; Medieval Civilization; Europe in the Early Middle Ages; Europe in the Early Middle Ages, 400-1000 (con riferimenti ai diversi corsi tenuti all'Hunter College della City University di New York)
<http://urban.hunter.cuny.edu/~thead/index.htm>;

P. Hyams (Cornell University, 2000), The Crusades; Feudalism and Chivalry: Secular Culture in Medieval France, 1000 - c. 1300; The Middle Ages: A Sampler;  England - Britain - Europe in the Middle Ages, con riferimenti ai corsi tenuti in passato: English History from Anglo-Saxon Times to c. 1400; The Crusades; The Middle Ages: A Sampler; Marriage and Sexuality in Medieval Europe; Feudalism and Chivalry: Secular Culture in Medieval France, 1000 - c. 1300; Power and Society in Medieval Japan and Europe; Conflict Resolution in Medieval Europe; Crusaders and Chroniclers; Anglo-Saxon History in its Literary Context; England - Britain - Europe in the Middle Ages
<http://falcon.arts.cornell.edu/prh3/disclaimer.html>;

K. Jolly, University of Hawaii, 2000: World Civilization to 1500; S; European Middle Ages; Medieval Cultures: Warriors; History of Christianity; Medieval Cultures: Crusades
<http://www2.hawaii.edu/~kjolly/>;

E. Knox, Boise State University, 1998: History of Western Civilization. Medieval Europe
<http://history.idbsu.edu/westciv/medieval/>;

M. Markowski, Westminster College, 1999: World History to 1500
<http://people.westminstercollege.edu/mmarkowski/212/wh1syl.html>;

L. Nelson, University of Kansas, 1997: History Honors
<http://www.ukans.edu/kansas/medieval/108h/syllabus.html>;

L. Nelson, University of Kansas, 1997-98: Medieval History 
<http://www.ukans.edu/kansas/medieval/108/>;

K. Pennington, Syracuse University, 2000: Medieval Civilization 1000-1300, Medieval and Renaissance History
<http://www.maxwell.syr.edu/maxpages/classes/his211/>,
<http://www.maxwell.syr.edu/maxpages/classes/His311/
index.html
;

K.Uhalde, University of Northern Illinois, 2000: Western Civilization to 1500;  Early Middle Ages; High Middle Ages; Medieval Everyday Life
<http://www.niu.edu/~td0kru1/students.html>;

D. Vess, Georgia College and State University, 1995-: World Civilization to 1550 C.E.; World Civilization 1550 to the present; World Civilization Interactive Journey; The Middle Ages; Medieval Monasticism; Renaissance and Reformation; Intellectual and Cultural History of Europe to 1500 C.E.; Intellectual and Cultural History of Europe since 1500 C.E.; The Fine and Applied Arts in Civilization 
<http://www.faculty.de.gcsu.edu/~dvess/dvess.htm>.

Corsi tematici:

P. Geary, University of California at Los Angeles, 1998: Medieval Conflict Resolution
<http://www.sscnet.ucla.edu/classes/fall97/histr201c/>;

K. Gill, Yale University 1996: History of Christianity
 <http://www.yale.edu/adhoc/teaching_resources/
700a96/700asyl.html
> [URL non pi attivo al 4.3.2002];

J. Given, University of California at Irvine, 1999: Medieval Heresy and Inquisition
<http://eee.uci.edu/99w/28205/SYL99.HTM>;

E. Knox, Boise State University, 2000: The Crusades
<http://crusades.boisestate.edu/contents.html>;

E. Knox, Boise State University, 1995: Electric Renaissance
<http://www.idbsu.edu/courses/hy309/>.

D'ora in avanti queste pagine saranno citate con il nome del docente e l'anno di riferimento del corso.

[8] Applied History Research Group, University of Calgary, 1996: First Europe Tutorial
<http://www.ucalgary.ca/HIST/tutor/firsteuro/index.html>;
Webchron. Medieval Europe (North Park University) <http://campus.northpark.edu/history/WebChron/>;
M. Curschmann (Princeton University), Medieval Studies: Mappamundi <http://www.princeton.edu/~medieval/>;
On-line Reference Book for Medieval Studies (ORB) - Resources for teaching <http://orb.rhodes.edu/class.html>;
Internet Medieval Sourcebook <http://www.fordham.edu/halsall/sbook.html>;
The Western Heritage Companion Website<;http://www.prenhall.com/kagan/>
R. Hooker, Washington State University, 2000: Western Civilization. Europe in the Middle Age <http://www.wsu.edu:8080/~dee/MA/MA.HTM>;
K. Morris, University of Calgary, 1997-2000: The End of Europe's Middle Ages  <http://www.ucalgary.ca/HIST/tutor/endmiddle/>.

[9] A titolo esemplificativo, cfr. l'elenco delle diverse decine di corsi di argomento medievistico della New York University all'URL <http://www.nyu.edu/cas/dept/bulletin/dept/mars.htm>.

[10] Cfr. l'elenco all'URL <http://www.fordham.edu/halsall/courses.html>.

[11] L'Universit di Calgary ha costituito un Applied History Research Group <http://www.ucalgary.ca/HIST/tutor/index.html>, che ha prodotto, fra i molti altri, due Tutorials di argomento medievistico di cui si dir diffusamente pi avanti. Altri centri attivissimi nella produzione di materiali didattici per la storia, ma che non hanno fra i loro programmi e fra le loro realizzazioni materiali di tema medievale, sono il  Center for History and New Media della George Mason University di Fairfax, Virginia <http://chnm.gmu.edu/> e il Virginia Center for Digital History, dell'Universit della Virginia di Charlottesville <http://jefferson.village.virginia.edu/vcdh/> cui si deve una delle pi interessanti realizzazioni di ipertesti storici attualmente disponibile in rete, The Valley of the Shadow: Living the Civil War in Pennsylvania and Virginia <http://www.iath.virginia.edu/vshadow2/>.

[12] Cfr. la seconda parte dell'elenco supra, alla nota 7.

[13] Il corso: E. Knox, Electric Renaissance (Boise State University, 1995) <http://www.idbsu.edu/courses/hy309/>; il bilancio critico: E. Knox, Real problems in a virtual world <http://history.boisestate.edu/westciv/admin/
papers/realproblems.htm
>.

[14] Knox, 2000.

[15] Cfr. M. Neal, Creating a virtual classroom, in "Teaching History with Technology" <http://www.caryacademy.pvt.k12.nc.us/
historytech/Vol1no1/virtualclassroompage1.htm
>.

[16] E. Knox, Real problems in a virtual world <http://history.boisestate.edu/westciv/admin/
papers/realproblems.htm
>; A. Feenberg, No frills in the virtual classroom <http://members.aol.com/jadolby/b_surnames.htm>.

[17] Fra le pagine che curano maggiormente l'informazione sul corso, offrendo indicazioni sul suo svolgimento, sulle modalit di valutazione, sull'organizzazione del lavoro si segnalano quelle di Halsall, 2000; Nelson 1998; Knox, 1995, 1998; Curta 2000. Va rilevato che, sorprendentemente, fra queste informazioni solamente in pochi casi incluso il curriculum del docente (Nelson 1998; Head 2000; Hartigan 2000).

[18] Testi o schemi di lezioni in Halsall, 1998, 2000; Nelson, 1997, 1998; Given, 1999; Jolly, 2000; Curta, 2000; Uhalde, 2000; Hartigan, 2000; Markowski, 1998; Knox, 1995, 1998, 2000; Geary, 1998; Gill, 1996. Concetti chiave e study questions: Halsall, 2000; Nelson, 1998; Hartigan, 2000, Brians, 2000; Given, 1999; Gill, 1996.

[19] Oltre all'Internet Medieval Sourcebook, di cui si dir pi oltre, le pi utilizzate fra le collezioni di fonti on line sono la biblioteca digitale CARRIE dell'Universit del Kansas
<http://kuhttp.cc.ukans.edu/carrie/carrie_main.html>, la raccolta Eurodocs. Primary Historical Documents From Western Europe della Brigham Young University di Provo (Utah)
<http://library.byu.edu/~rdh/eurodocs/homepage.html>, l'OMACL (Online Medieval and Classical Library) della Berkeley Digital Library SunSITE <http://sunsite.berkeley.edu/OMACL/>.

[20] Carte e immagini in Pennington, 2000; Nelson, 1998; Halsall, 2000; Curta, 2000; Uhalde, 2000; Hyams, 2000; Brians, 2000. Bibliografie in Uhalde, 2000; Vess, 1995; Hyams, 2000; Head, 2000 (fra le pi strutturate e ampie).

[21] Le pi citate e utilizzate guide on line agli studi storici sono Reading, Writing, and Researching for History, del Bowdoin College <http://academic.bowdoin.edu/history/WritingGuides/> e S.Kreis, A Student's Guide to the Study of History <http://www.historyguide.org>. Pi orientati sugli aspetti tecnici della scrittura di storia i Writing Tutors dell'University of Calgary <http://www.ucalgary.ca/essay/essay.html>. Segnalano o forniscono direttamente guide alla scrittura le pagine di Halsall, 1998; Uhalde, 2000; Vess, 1995.

[22] Cfr., soprattutto, Knox, 1995, 1998, 2000 (si tratta di corsi interamente on line); Jolly, 2000; Vess, 1995; Geary, 1998; Gill, 1996.

[23] Cfr., ad esempio, Knox, 1998; Halsall, 2000.

[24] Halsall, 1998 propone una vera e propria guida alle risorse web, altri (Vess, 1995, Hyams, 2000) forniscono liste di siti di interesse medievistico, altri ancora si limitano a poche citazioni selezionate (Pennington, 2000; Uhalde, 2000; Head, 2000). Nelson, 1998 fa riferimento alla WWW Virtual Library, l'indice mondiale delle risorse web da lui curato per le discipline storiche <http://www.ukans.edu/history/VL/index.html>.

[25] Cfr., ad esempio, K .Uhalde <http://www.niu.edu/~td0kru1/students.html>.

[26] Catholic Encyclopedia, <http://www.knight.org/advent/cathen/>; Encyclopedia Britannica on line <http://www.britannica.com/>. Rilevanti problemi di copyright limitano enormemente la disponibilit in rete di strumenti di reference adeguatamente aggiornati e specializzati.

[27] Per un panorama e una bibliografia dell'ormai vastissima letteratura sul problema della valutazione dei siti web, costituita soprattutto dalle elaborazioni e riflessioni sviluppate da grandi istituzioni bibliotecarie, nonch per un'impostazione della problematica relativa ai siti di argomento storico, cfr. Guido Abbattista, La valutazione/selezione delle risorse telematiche per gli studi umanistici, in Il documento immateriale ("L'Indice dei libri del mese", maggio 2000, Dossier n. 4), ora anche in rete in "Scrineum" <http://dobc.unipv.it/scrineum/scrineum.htm> oltre ad alcuni materiali didattici su questo tema in Id., Problemi di valutazione delle risorse telematiche per la ricerca storica (lezione tenuta al Corso di perfezionamento in "Saperi storici e nuove tecnologie" del Dipartimento di discipline Storiche "E. Lepore" dell'Universit di Napoli), disponibile per il download all'URL <http://www.storia.unina.it/perfez/abbatis.doc>.  Sul problema della qualit dell'offerta di storia e di medievistica in rete, cfr. pure P.Corrao, Storia nella rete, storia nella rete <http://www.unipa.it/~pcorrao/nefftxt.htm> e l'intervento redazionale Siti professionali e siti amatoriali recentemente apparso in Reti Medievali. Iniziative on line per gli studi medievistici <http://www.rm.unina.it/contatti/Red-Spazioaperto.htm#sp >.

[28] Cfr. Knox, 1995; Vess, 1995.

[29] Per una trattazione del concetto di "docuverse", cfr. R. A. Lohmann, The Social Work Docuverse: a Challenge for the Twenty-First Century <http://www.tulane.edu/~tssw/Journal/docuverse.htm>; ringrazio l'autore per avermi consentito di consultare un altro suo saggio sullo stesso tema, inedito a stampa e non pi disponibile in rete; chi scrive ha ipotizzato la possibilit di utilizzare tecniche ipertestuali per costruire reti di testi che compendino l'intera produzione di uno studioso intervenendo nel citato Workshop "Medium-Evo. Gli studi medievali e il mutamento digitale" con una relazione su Saggistica storica, forma digitale, di prossima pubblicazione all'URL <http://www.storia.unifi.it/_PIM/medium-evo/>

[30] Cfr., ad esempio, Hyams, 2000.

[31] Cfr. Vess, 1995; Head, 2000, Hyams, 2000; Uhalde, 2000; Jolly, 2000. Deborah Vess presenta la propria pagina iniziale, denominata World Civilization Virtual Library  cos descrivendo il contenuto del sito: " This hypertext version of the World Civilization class manual contains multiple links to on-line museums, research databases, virtual tours of important historic sites, full text versions of many of the assigned readings as well as other readings relevant to items which appear on your outlines, and many other resources".

[32] Oltre agli esempi di appositi centri citati supra, alla nota 11, cfr. quanto illustrato da E .Knox, The Pedagogy of Web Site Design, in "ALN Magazine", I.2, agosto 1997. <http://www.aln.org/alnweb/magazine/issue2/knox.htm> riguardo alla costruzione di un sito didattico da parte di specialisti delle discipline oggetto del corso. Si vedano pure gli eccellenti prodotti dell'History Courseware Consortium dell'Universit di Glasgow <http://www.gla.ac.uk/~histtltp/>, fra i quali, tuttavia, figura solamente un CD-ROM di tema medievistico, sulla Chiesa medievale, a cura di Timothy Reuter <http://www.gla.ac.uk/~histtltp/BROCHURE/pap.htm#Title>.

[33] Uno degli standard pi affermati per la produzione di siti didattici, utilizzato in pi di 2000 universit nel mondo, senz'altro il Web Courseware Tools (WebCT), elaborato dall'Universit della British Columbia, che offre la possibilit di elaborare pagine web e di organizzarle con una molteplicit di strumenti di supporto, quali una message board per le discussioni on-line, questionari, database di immagini, pagine di annotazioni, secondo lo schema prevalentemente adottato dalle pagine qui recensite. Se ne pu vedere una presentazione all'URL <http://www.webct.com/company>, e una descrizione pratica all'URL <http://www.webct.com/entrypage>.

[34] E. Knox, Real problems in a virtual world <http://history.boisestate.edu/westciv/admin/
papers/realproblems.htm
>; cfr. pure J. Cain, Have I Wasted My Summer on This Web Site?, in "Perspective On-Line", febbraio 1999 <http://www.theaha.org/perspectives/issues/
1999/9902/9902COM2.CFM
>.

[35] Applied History Research Group, University of Calgary, 1996: First Europe Tutorial <http://www.ucalgary.ca/HIST/tutor/firsteuro/index.html>; K. Morris, University of Calgary, 1997-2000: The End of Europe's Middle Ages  <http://www.ucalgary.ca/HIST/tutor/endmiddle/>.

[36] R. Hooker, Western Civilization. Europe in the Middle Ages (Washington State University, 2000) <http://www.wsu.edu:8080/~dee/MA/MA.HTM>.

[37] M. Curschmann, Medieval Studies: Mappamundi (Princeton University) <http://www.princeton.edu/~medieval/>.

[38] Webchron. Medieval Europe (North Park University) <http://campus.northpark.edu/history/WebChron/>

[39] Contrariamente a quanto si potrebbe ipotizzare, pochissimi corsi danno spazio nelle loro pagine web ai materiali prodotti dagli studenti; fra questi Knox, 1995.

[40] The Early Church On-Line Encyclopedia Initiative (ECOLE) <http://cedar.evansville.edu/~ecoleweb/>, realizzata dall'University of Evansville.

[41] Internet Medieval Sourcebook <http://www.fordham.edu/halsall/sbook.html>. Si vedano anche le ricche proposte di didattica in rete nel sito del corso tenuto adesso da Halsall all'Universit della Florida (Halsall, 2000, uno dei siti pi strutturati e completi fra quelli esaminati).

[42] Se ne veda l'elenco nella presentazione del sito stesso.

[43]On line Reference Book  for Medieval Studies (ORB) - Resources for teaching <http://orb.rhodes.edu/class.html>.

[44] Labyrinth (Georgetown University) <http://www.georgetown.edu/labyrinth/>; Netserf (Catholic University of America) <http://netserf.cua.edu/>

[45] The Western Heritage Companion Website <http://www.prenhall.com/kagan/>.

[46] Cfr., ad esempio, A. Solli, Hypertext 'papers' on the Web: Students Confront the Linear Tradition, in "Journal of the Association for History and Computing", I.2, novembre 1998 <http://mcel.pacificu.edu/JAHC/Solli/Solindex.HTML>.

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Reti Medievali

Ultimo aggiornamento: 27/4/03

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