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E-learning
Pietro Corrao,
E-classroom. Esperienze digitali e telematiche
di didattica medievistica negli Stati Uniti
[links attivi al 4 marzo
2002]
2002 - Pietro Corrao
per "Reti Medievali"
1. E'
quasi un luogo comune che la tecnologia digitale e l'utilizzazione
di strumenti telematici offra alla didattica di ogni livello rilevanti
possibilit trasformandone profondamente ritmi, metodi, contenuti
e che alcune delle maggiori opportunit della rete telematica siano
da ricercare proprio in campo didattico[1].
L'ormai estesissima sperimentazione nel campo della didattica a distanza
propriamente detta uno degli ambiti sul quale si concentrato il
dibattito sulla utilizzazione delle tecnologie digitali e telematiche
in ambito didattico, mentre vivacissimo l'interesse di docenti,
teorici e specialisti di pedagogia e didattica sul versante strettamente
metodologico[2].
Nella letteratura sulle forme di comunicazione rese possibili e stimolate
dal digitale - l'ipertestualit, anzitutto - si sottolinea costantemente
la particolare adeguatezza degli strumenti digitali proprio alla dimensione
didattica[3].
Queste pagine partono da questi dati di fatto, considerandoli ormai
acquisiti, e non hanno lo scopo di intervenire su temi di carattere
cos generale, ma di esaminare la pratica corrente della didattica
medievistica nelle universit nordamericane che ha un riflesso pubblico
in rete. Hanno intenzione dunque di costituire un'informazione e una
riflessione sui problemi della trasmissione delle conoscenze di base
nell'ambito disciplinare della medievistica in una realt culturale
ed accademica per molti aspetti diversa dalla tradizione europea e
su quelli relativi alla effettiva utilizzazione, all'efficacia e alle
potenzialit delle tecnologie digitali e telematiche nello stesso
contesto disciplinare medievistico.
Ci per diversi ordini di motivi: in primo luogo, per la convinzione
che l'approccio disciplinare a questo tipo di problemi possa evitare
la genericit nell'affrontare i temi dell'utilizzazione degli strumenti telematici nella comunicazione culturale; ancora, per l'innegabile
prevalenza, sul Web, della disponibilit di testimonianze e di sperimentazioni
della pratica didattica medievistica statunitense, bench anche in
altre realt culturali sia cospicuo il ricorso alle nuove tecnologie
per l'insegnamento; infine, perch il modello didattico statunitense
- e anglosassone in generale - soprattutto a livello universitario
di base, offre alcuni utili punti di riferimento per immaginare ed
esaminare il possibile approdo della trasformazione che si avviata
nella didattica universitaria italiana con la riorganizzazione dei
corsi di studio, il conseguente mutamento di ruolo delle discipline
medievistiche e storiche in generale nei curricula umanistici,
la diffusione presso docenti e studenti di competenze connesse con
il digitale e di pratiche ad esso legate.
Servir ricordare che recenti indagini campione hanno mostrato che
- a dispetto delle apparenze - la pratica di sperimentazioni didattiche
in rete nelle universit statunitensi non ha un ruolo consolidato
n universale nel panorama dell'insegnamento delle discipline storiche[4].
Nonostante ci, tuttavia, l'ambito nordamericano resta quello maggiormente
rappresentato sulla rete ad un livello che superi quello semplicemente
informativo.
2. La base di questa
indagine costituita da pagine web - di natura molto varia - dedicate
alla didattica medievistica. Si tratta di home pages di docenti
destinate al supporto della didattica, di tutorials, di syllabi
di corsi, di depositi di fonti digitalizzate specificamente pensati
per la didattica e - come si vedr - di pagine difficilmente inquadrabili
in una tipologia precisa, ma in ogni caso connesse con scopi didattici.
Per quanto la selezione dei siti esaminati non sia stata operata adottando
metodi rigorosi di costruzione di un campione - operazione peraltro
di dubbia realizzabilit, data la fluidit dei materiali presenti
in rete - e il panorama abbia un carattere relativamente impressionistico,
la tipologia e il numero dei siti considerati fa ritenere che essi
siano sufficientemente rappresentativi delle tendenze e degli indirizzi
attualmente esistenti. In proposito, pur rilevando il notevole numero
di pagine web relative a corsi universitari di storia medievale,
non si pu tacere sul fatto che esso rappresenta sicuramente un'esigua
minoranza rispetto all'offerta didattica medievistica complessiva
delle universit nordamericane, sia perch - come si gi ricordato
- l'uso della telematica molto meno universale di quanto non si
ritenga comunemente, sia perch - per ovvie ragioni di carattere economico
- di recente si sicuramente incrementata la tendenza delle universit
e dei dipartimenti di storia di limitare l'accesso ai materiali didattici
e alle stesse informazioni sui corsi ai soli iscritti[5].
Di recente, discutendo di questi problemi - che investono la contraddizione
fra pubblicizzazione dei corsi e diritto a godere dei servizi didattici
da parte dei soli iscritti che contribuiscono economicamente al bilancio
delle universit - un pioniere della didattica medievistica in rete,
Ellis Knox della Boise State University, proponeva una struttura a
due livelli, uno a libero accesso e uno regolato dall'iscrizione,
che si avvale in esclusiva dei servizi on line offerti dal
corso[6].
I dati su cui si lavorato sono relativi ad una quarantina corsi
medievistici tenuti o programmati da una ventina di docenti fra il
1998 e il 2001 in sedici diverse universit[7].
A questi vanno aggiunti alcuni siti correlati con la didattica, ma
che non rappresentano il supporto telematico di specifici corsi, proponendosi
come sussidio utilizzabile a pi vasto raggio[8].
I corsi selezionati rappresentano una frazione piuttosto piccola dell'offerta
didattica medievistica complessiva ricostruibile dalle informazioni
sull'offerta didattica di ciascuna universit o dipartimento[9];
tuttavia un confronto con l'elenco dei corsi che utilizzano i materiali
documentari in rete offerto da un grande deposito di fonti digitali[10]
- che comprende un'ottantina di corsi, fra i quali molti di studi
letterari - fa ritenere che il campione selezionato sia abbastanza
rappresentativo dell'attuale stato dell'utilizzazione di risorse telematiche
per la didattica medievistica.
Fra le universit considerate figurano sia atenei di grandissimo prestigio
quali Yale, Cornell, Princeton, sia atenei pi periferici nel circuito
accademico. Alcune universit (e fra queste l'unica non statunitense,
ma assimilabile a quelle considerate, quella di Calgary) sono da tempo
all'avanguardia nello sviluppo di progetti relativi all'utilizzazione
di strumenti digitali e telematici nella didattica e nella comunicazione
di argomento storico[11].
Analogamente, alcuni dei docenti dei corsi considerati sono molto
noti nel panorama della medievistica internazionale (da Lynn Nelson
a Kenneth Pennington, da Peter Hyams a James Given, ad esempio), altri
sono invece rappresentativi del circuito pi legato al circuito della
didattica statunitense.
Tra i docenti figurano, inoltre, sia alcuni precursori dell'applicazione
di tecniche telematiche agli studi medievali, sia alcuni dei pi attivi
ideatori di esperienze pilota in questo campo, quali Lynn Nelson,
Ellis Knox, Paul Halsall; si noti che fra costoro non c' necessariamente
una comune collocazione generazionale: se vero che in molti casi
si tratta di docenti relativamente giovani, uno dei pi noti propulsori
e sperimentatori della comunicazione storica in rete L. Nelson,
che appartiene anagraficamente ad una fascia d'et pi alta e culturalmente
ad una generazione pi antica.
Nella recensione dei siti relativi a corsi sono stati privilegiati
quelli di carattere generale o introduttivo agli studi medievali (survey
courses); ci sia in relazione alla maggiore possibilit di confrontare
corsi di natura omogenea riguardo alle esperienze e agli strumenti
adottati; sia perch sembrato di particolare interesse verificare
l'uso di metodi e strumenti dalla forte capacit di diffusione dell'informazione
relativamente ad attivit destinate a un pubblico numeroso di studenti;
sia infine in relazione a quanto prima si accennava a proposito del
diverso ruolo che in prospettiva l'insegnamento della storia e della
storia medievale in particolare va assumendo nei curricula
umanistici tradizionali e meno tradizionali. Si pu infatti ragionevolmente
ritenere che - al di l della polemica sulla "liceizzazione"
dell'insegnamento universitario e dell'universit stessa che sarebbe
indotta dalla riforma in atto in Italia - la didattica basata su corsi
di carattere pi generale sia destinata ad assumere un ruolo molto
pi centrale rispetto alla tradizionale tendenza verso proposte monografiche
e tematicamente specializzate.
Si tratta senz'altro di una sfida ad un consolidato modello - particolarmente
radicato nell'universit e nella medievistica italiana - che privilegia
aspetti specialistici e "monografici", spesso a scapito della didattica
di carattere generale. Una sfida che, se bene intesa, pu avere come
effetto non lo smantellamento della specializzazione, ma la sperimentazione
di una didattica medievistica che, anche sul piano delle conoscenze
generali, non rinunci alla trasmissione di contenuti "alti", che punti
al riversamento delle acquisizioni della ricerca specialistica in
una prospettiva di sintesi utilizzabile sia da parte di studenti non
specificamente inquadrati nella formazione del tradizionale laureato
in discipline umanistiche, sia da parte di studenti il cui profilo
intellettuale privilegia la specializzazione in studi di carattere
storico.
In questo senso l'esperienza della didattica americana - molto significativa
in questa direzione per la struttura della popolazione studentesca
e per gli obiettivi di quel sistema formativo - pu costituire un
contributo alla verifica della possibilit di fornire adeguate conoscenze
di base in campo medievistico inquadrate in un contesto di formazione
anche diverso da quello tradizionale.
Le stesse considerazioni hanno ispirato la scelta di includere fra
i corsi esaminati, accanto a quelli denominati Medieval History
(o Medieval Europe), anche alcuni insegnamenti strutturati
secondo la peculiare concezione americana della Western Civilization,
che pone al centro del suo modello l'Europa dei secoli V-XV, considerando
il medioevo europeo come uno dei momenti fondativi della cultura occidentale.
In molti casi gli insegnamenti medievistici sono compresi in corsi
di World History; sono stati dunque presi in considerazione
anche alcuni corsi che recano tale intitolazione e hanno una peculiare
struttura, tematicamente e geograficamente pi ampia dei tradizionali
corsi medievistici.
Tutto ci non significa che non siano stati considerati siti relativi
a corsi pi specialistici: un certo numero di tali corsi - che peraltro
non differiscono troppo dai primi dal punto di vista dell'utilizzazione
di strumenti digitali e della struttura del supporto didattico in
rete - figurano fra quelli analizzati[12].
In ogni caso, sono stati presi in considerazione prevalentemente strumenti
web di sussidio alla didattica tradizionale e non esperienze di didattica
a distanza, di carattere sostitutivo dei corsi di lezioni. In questo
ambito ricadono, per la loro rilevanza pionieristica, i soli casi
dei corsi "asincroni", esclusivamente on line, realizzati da
Ellis Knox, della Boise State University. Il primo esperimento in
questo senso fu il corso denominato Electric Renaissance. An Experiment
in Learning. Si tratta di un'esperienza piuttosto antica (del
1995), che ebbe grande successo ed rimasta come punto di riferimento
delle virtual classrooms. Continuando ad aggiornare il corso
- che ha fatto da modello ad altri -, l'autore ne ha fatto un bilancio,
quanto ad efficacia e difficolt, che una preziosa base di discussione
per la ricchezza della problematica che affronta[13].
Basti citare qui quanto Knox dichiara nella presentazione di uno di
questi corsi per sottolineare come l'e-classroom sia fortemente
legata alla tradizione della didattica statunitense e ne costituisca
una traduzione in termini telematici: "This course rests upon three
bases: a physical book, the Web site, and discussion. It is a very
traditional college course in its principles and subject matter; only
the format is new"[14].
L'analogia fra progetti e realizzazioni di virtual classrooms[15]
vere e proprie e alcune delle soluzioni di supporto in rete alla didattica
tradizionale consente di includere i corsi "asincroni" di Knox nella
presente analisi, rilevando anzi che il modello delle esperienze di
Electric Renaissance e degli altri corsi da questi realizzati
all'Universit di Boise (ipertestualit, riferimento a materiali in
rete, produzione di materiali digitali specifici per il corso, uso
dell'e-mail come strumento di discussione) ha influenzato profondamente
la pratica della didattica medievistica statunitense in rete. Tuttavia,
nonostante l'utilizzazione di questi strumenti come supporto, in generale
sempre forte, nella presentazione dei corsi, il richiamo all'indispensabile
ruolo di stimolo del docente, alla presenza fisica alle discussioni
in aula, all'importanza delle lezioni e dello studio sul tradizionale
materiale bibliografico[16].
3. Il primo dato che
va rilevato, osservando complessivamente il panorama delle pagine
web selezionate, che - pur nella relativa variet delle soluzioni
adottate -, esse sono di norma legate al modello del syllabus,
del programma-calendario che elenca settimana per settimana i temi
delle lezioni, le letture richieste, e scandisce nel tempo le diverse
attivit del corso (discussione, elaborazione di papers, esame
finale). La scelta prevalente sembra dunque essere quella di tradurre
in termini telematici uno strumento informativo e organizzativo ben
sperimentato e tradizionalmente noto, arricchendolo con quanto offerto
dalle nuove tecnologie.
Va subito segnalato che la disponibilit di spazi molto ampi e dinamici
per la pubblicazione e la diffusione di informazioni consente di incrementare
il livello di comunicazione sull'attivit didattica, sui suoi tempi
e sulle sue regole. La maggiore accessibilit dell'informazione e
la sua costante aggiornabilit garantiscono agli studenti una conoscenza
molto dettagliata del funzionamento del corso di lezioni. Si tratta
di un elemento "estrinseco" rispetto ai contenuti del corso stesso,
ma di grandissima utilit per il corretto orientamento dello studente
e per il suo coinvolgimento nell'esperienza didattica[17].
Relativamente ai contenuti dei corsi, la soluzione del syllabus
potenziato dal collegamento e dall'integrazione con altri strumenti
non affatto sorprendente e risulta meno banale di quanto possa sembrare
a prima vista. Su questa struttura, gli innesti diretti di materiali
di altro genere attraverso dei collegamenti ipertestuali configurano
uno strumento che va molto al di l di un tradizionale "programma
delle lezioni".
Un primo livello di materiali che costituiscono il risvolto telematico
dei corsi rappresentato dai testi o dagli schemi delle lezioni.
La maggior parte dei corsi esaminati offrono collegamenti ipertestuali
a questo tipo di materiale a partire dal syllabus, trasformando
cos il tradizionale calendario-elenco di testi in qualcosa di simile
ad un manuale, sia pure in forma a volte molto stringata. In alcuni
casi, ci invece sostituito - o affiancato - da elenchi di parole
chiave o schemi degli obiettivi di apprendimento relativi a ciascuno
dei temi trattati nel corso di lezioni[18].
Strettamente collegata con un'impostazione che prevede l'accesso diretto
da parte dello studente a fonti esemplificative fin dal primo approccio
con gli studi storici l'inclusione di collegamenti a testi e letture
presenti in rete. Qui va rilevata una fondamentale differenza fra
la scelta di produrre autonomamente, da parte del docente, una raccolta
di testi digitalizzati e renderla disponibile in rete ai propri studenti
e quella di utilizzare riferimenti a collezioni digitali esistenti,
sia destinate appositamente alla didattica, sia derivate da progetti
di costruzione di digital libraries di carattere pi generale.
La prima soluzione presenta il limite dell'ampiezza relativamente
ridotta della raccolta, a fronte di una maggiore cura nella selezione
delle fonti proposte in relazione al corso. La seconda - che appare
orientata a fare emergere come standard di riferimento l'imponente
silloge di fonti rappresentata dall'Internet Medieval Sourcebook
di cui si dir oltre- pu contare sulla possibilit di selezionare
quanto adeguato al corso su una base molto ampia di materiale[19].
Il problema uno dei punti chiave dell'utilizzazione delle risorse
telematiche: la possibilit di realizzare con un impegno relativamente
ridotto delle "edizioni" personali di testi e fonti, calibrate sugli
scopi di ciascun docente o ricercatore rischia di moltiplicare la
diffusione di materiali spesso piuttosto grezzi. Di contro, il riferimento
ad un insieme standardizzato di letture presenta il pericolo di cristallizzare
l'interesse e l'orientamento tematico dei docenti, dei loro corsi,
degli studenti attorno alle scelte di chi produce le grandi raccolte.
In entrambi i casi comunque presente il pericolo dell'allontanamento
degli studenti dal contatto diretto con l'affidabilit delle edizioni
tradizionali di fonti. Il fatto che la stragrande maggioranza delle
fonti disponibili in rete appaia in traduzione in lingua inglese rappresenta
un enorme limite alla qualit dei testi, ma va rilevato che non si
tratta di un fenomeno connesso con l'apparizione di edizioni digitali
e telematiche, ma piuttosto di un uso consolidato della didattica
anglosassone.
Un'altra categoria di strumenti messi a disposizione da collegamenti
ipertestuali anch'essa di tipo tradizionale: carte, immagini, glossari,
cronologie e, naturalmente, bibliografie. Anche in questo caso si
tratta, alternativamente, di materiali autoprodotti dal docente in
relazione al corso specifico o di links a raccolte specifiche,
esterne al sito del corso[20].
La considerazione che pu farsi in proposito riguarda la relativa
scarsit del ricorso a tali materiali: solamente cinque dei corsi
considerati indicano bibliografie di una qualche estensione, mentre
l'uso di immagini e di carte storiche - anch'esso abbastanza limitato
- spesso solamente decorativo, e la fonte iconografica non
appare di norma utilizzata nella sua autonomia.
Tutto ci appare sorprendente, ove si pensi che uno dei maggiori vantaggi
della comunicazione digitale l'esiguit dell'investimento economico
richiesto dalla pubblicazione di materiale iconografico rispetto agli
elevati costi della stampa, e ove si consideri che la diffusione telematica
appare particolarmente congrua con la natura di materiale grezzo propria
di una bibliografia di lavoro, poco adatta ad altre forme di pubblicazione.
Scopi strettamente legati alle esigenze della pratica didattica hanno
invece altri strumenti che arricchiscono le pagine dedicate ai corsi,
quali gli esempi di questionari d'esame o le guide alla scrittura
e agli studi storici in generale. Per i primi la traduzione digitale
e la diffusione telematica presenta il vantaggio della maggiore possibilit
di diffusione rispetto alle versioni cartacee; le seconde sono
invece un esempio di come un genere editoriale molto specializzato
possa trovare nella rete un luogo di proliferazione grazie all'economicit
della pubblicazione. Anche qui, tuttavia, la tendenza prevalente
quella di riferirsi a strumenti - anche di ottimo livello - elaborati
da team di specialisti e resi disponibili in rete nei siti
delle universit che li hanno prodotti[21].
Il potenziamento del syllabus passa infine attraverso l'integrazione
in esso di una serie di strumenti propri della comunicazione telematica.
L'uso della posta elettronica senz'altro il pi caratteristico fra
questi. L'immediatezza propria della comunicazione per e-mail
viene utilizzata con diversa intensit, dal semplice sfruttamento
della rapidit del contatto per assicurare un pi elevato livello
di comunicazione informativa fra docenti e studenti, al sofisticato
uso come mezzo per impiantare dei veri e propri ambienti di discussione
virtuale, istituendo un continuo feedback reciproco fra studenti
e docenti. L'e-blackboard, tuttavia, uno strumento che richiede
un grosso impegno di lavoro aggiuntivo per i docenti e si ha la senzazione
che in questa forma la sua utilizzazione sia piuttosto ridotta[22].
In alcuni - pochi - casi, dei docenti hanno introdotto nella loro
pratica didattica degli strumenti nati nel Web, in relazione alle
sue utilizzazioni pi generali: funzioni di ricerca all'interno delle
pagine - specie quando queste raggiungono numero e dimensioni cospicui
-, elenchi di Frequently Asked Questions sui temi del corso,
in analogia con le FAQ di molti siti commerciali. Sperimentazioni
interessanti, senza dubbio, ma che suggeriscono un forte rischio di
impoverimento e di banalizzazione dell'approccio a temi complessi
e non facilmente formalizzabili come quelli di un corso di studi medievistici[23].
A questa stessa categoria di strumenti pu essere assimilato la pratica
di costruire, all'interno delle pagine del corso, un piccolo gateway
di risorse telematiche, un elenco di siti inerenti ai temi del
corso o utili come sussidio ed estensione degli argomenti di studio,
o ancora di siti di riferimento generale per gli studi medievali[24].
Va sottolineato che si rileva con chiarezza che agli entusiasmi iniziali
si va sostituendo una notevole cautela nel proporre tali strumenti,
largamente inflazionati nell'uso corrente del Web. Anzitutto, solo
una minoranza di siti relativi a corsi di lezioni propongono elenchi
di related links; in secondo luogo, sono percepibili segnali
diffusi di attenzione critica verso la tendenza all'uso indiscriminato
di materiali facilmente accessibili ma non sempre affidabili, come
quelli presenti in rete. Molto spesso alla semplice segnalazione di
siti viene sostituita una presentazione in termini critici, una guida
ragionata al materiale segnalato; o ancora si distingue con chiarezza
fra links a materiali interni al sito del corso - e dunque
pienamente controllati dal docente quanto a qualit - e collegamenti
a siti esterni; o infine si d grande rilievo all'avvertenza di utilizzare
con molta cautela le "risorse" di rete, sottolineandone gli enormi
dislivelli qualitativi, fino a giungere all'esplicito divieto di citazione
di siti web nei papers dovuti dagli studenti[25].
Un rigoroso controllo della qualit delle risorse on line
dunque una necessit imprescindibile in un panorama del Web in cui
l'inflazione informativa e l'appiattimento delle gerarchie fra coloro
che propongono informazione e conoscenza fa da contraltare alla relativa
scarsit di materiale aggiornato e adeguatamente specializzato. E'
molto diffuso, ad esempio, il ricorso come strumento di reference
alla peraltro eccellente Catholic Encyclopedia nell'edizione
del 1913 o alle voci, necessariamente generali, della Encyclopedia
Britannica on line[26].
Questo, per, solamente uno degli aspetti - e non il pi grave -
del problema. I veri rischi di banalizzazione e di disorientamento
provengono invece dall'assenza di criteri condivisi di valutazione
di "risorse" che hanno caratteristiche che sfuggono ai tradizionali
canoni di giudizio della disciplina[27].
Indipendentemente dalla forma specifica in cui sono strutturate, ad
accomunare le pagine dedicate alla didattica la caratteristica ipertestuale
e ipermediale; in alcuni casi, a materiali di sussidio che sono semplici
traduzioni di strumenti tradizionali, si affiancano pure degli strumenti
realizzati con l'utilizzazione intensiva di tecniche ipertestuali:
il Virtual Pilgrimage che correda il corso sulle Crociate di
Ellis Knox o i Virtual Tours nelle abbazie inglesi e
francesi proposti da Deborah Vess sono realizzazioni per le quali
si pu ipotizzare una notevole efficacia didattica, grazie all'interattivit
che presuppongono, alla ricchezza dei materiali in essi contenuti,
alla strutturazione in testi adeguatamente sintetici fra i quali costruire
un percorso di lettura autonomo da parte del lettore[28].
L'adozione di tecniche ipertestuali non solamente frutto di impegno
programmatico; in alcuni casi l'accumulo nel tempo di materiali relativi
ai diversi corsi tenuti e la loro riutilizzazione genera quasi spontaneamente
degli ipertesti molto particolari, derivati dalle connessioni che
si realizzano fra diverse pagine prodotte nel corso di diverse esperienze
didattiche. La forma di queste pagine pi complesse di estremo interesse,
come sperimentazione di forme originali di testualit legate alle
esigenze della didattica come della ricerca; esse si avvicinano al
modello di un "docuverse" (un universo documentario integrato)
personale del docente, una sorta di nucleo che si va sviluppando mettendo
in relazione l'intera produzione - a scopi didattici in questo caso
- dello studioso[29].
La struttura di queste pagine quella di una home page del
docente, che in alcuni casi, coordina i syllabi dei diversi
corsi tenuti da questi, raggruppando a volte anche un'archivio dei
corsi tenuti negli anni precedenti[30].
Quando a questo coordinamento si aggiunge anche l'offerta di materiali
comuni, utilizzabili e accessibili dai diversi corsi, si configura
un modello differente da quello del semplice syllabus. Alcune
pagine di questo genere hanno carattere molto sommario e poco strutturato,
ma in alcuni casi l'integrazione fra i diversi corsi genera un vero
e proprio ipertesto, che integra una sorta di archivio della didattica,
materiali di sussidio, bibliografie utilizzabili in diversi contesti[31].
Si gi messa in luce la possibile dicotomia fra autoproduzione e
ricorso a materiali prodotti da apposite strutture[32];
si vedr pi oltre qualche esempio di questa seconda tipologia. Quello
che va sottolineato qui il buon livello qualitativo, dal punto di
vista strettamente tecnico e comunicativo, che caratterizza i siti
autoprodotti dai singoli docenti; attorno a questa attivit si d'altronde
sviluppata una cospicua produzione di software specializzato, che
consente anche a non specialisti di tecniche web di sviluppare pagine
dotate delle caratteristiche finora esposte[33].
Ci consente pure ai singoli docenti di non ricorrere alla mediazione
di tecnici della comunicazione, estranei alla disciplina, ma pone
il problema del cospicuo incremento dell'impegno da dedicare all'attivit
didattica connesso con l'adozione di tecnologie telematiche e digitali[34].
4. Un'altra tipologia
di siti didattici quella dei tutorials, non sempre direttamente
legati ad un corso specifico, ma che si configurano come dei manuali
digitali, dotati di collegamenti ipertestuali a immagini, letture
e fonti direttamente accessibili on line. Due di questi tutorials
sono prodotti dal Department of History dell'Universit di Calgary,
dall'Applied History Research Group e sono
dedicati rispettivamente all'Europa nell'alto medioevo e nei secoli
XIV-XV[35].
I due tutorials costituiscono strumenti introduttivi, in forma
compendiata, ai maggiori temi della storia dell'Europa medievale,
e sono esplicitamente pensati per fornire basi di conoscenze per il
proseguimento degli studi di storia generale; esigenze di integrazione
o di recupero di conoscenze acquisite vengono cos affidate alla versatilit
e all'efficacia di un "manuale digitale".
A differenza dei syllabi, il filo conduttore costituito da
alcuni brevi testi, dedicati a un certo numero di grandi temi
quali, ad esempio, le migrazioni germaniche, l'impero franco o la
citt-stato italiana; al loro interno sono attivi dei collegamenti
ad altre pagine contenenti altri saggi su temi pi specifici, o a
un glossario, o a fonti selezionate. Questi materiali sono in massima
parte interni al sito, dunque curati dagli stessi autori del tutorial,
ma non mancano collegamenti a testi pubblicati in altri siti, in genere
collezioni digitali di fonti, accuratamente selezionati. La differente
natura dei links - interni ed esterni al sito - segnalata
da un diverso colore, che stabilisce un criterio di omogeneit fra
i materiali "citati"; a volte viene istituita una gerarchia fra le
letture ritenute un'integrazione indispensabile e quelle da considerare
aggiuntive.
A questi tutorials possono essere assimilati degli strumenti
molto particolari, anche questi non agganciati direttamente ad un
singolo corso, anche se prodotti a partire dalle esigenze didattiche
di un singolo docente. Il primo il "research textbook"
Western Civilization. Europe in the Middle
Agesrealizzato da Richard Hooker della Washington State
University[36],
il secondo - del quale liberamente accessibile in rete solamente
una presentazione e qualche pagina esemplificativa - il progetto Mappamundi
di Michael Curschmann, dell'Universit di Princeton[37];
ad essi pu essere pure affiancato il pi modesto progetto Webchron
della North Park University di Chicago[38].
Il research textbook di Hooker si presenta come un progetto
ambizioso, di qualit elevata quanto a contenuti, che dovrebbe integrare
in un sistema di collegamenti ipertestuali una serie di saggi tematici,
originalmente strutturati attorno al problema della pluralit culturale
dell'Europa medievale, una galleria di fonti iconografiche esemplificative,
una cronologia, un atlante storico, un glossario, una collezione di
fonti commentate. Dovrebbe trattarsi di materiali interamente prodotti
dal curatore, affiancati ad una selezione di links criticamente
valutati. Al momento attuale, tuttavia, sono disponibili solamente
i saggi base, e il lungo periodo trascorso dall'apparizione del sito
fa ritenere che l'iniziativa sia stata accantonata. Con ogni probabilit,
l'investimento di risorse necessario per un progetto cos vasto
risultato eccessivo per le forze di un singolo docente; si ripropone
dunque ancora una volta la contraddizione fra la possibilit offerta
dalla telematica e dalla tecnica digitale di realizzare strumenti
autonomamente calibrati e strutturati secondo le esigenze di un docente
o di uno specifico corso e la necessit di ricorrere invece - per
disporre di materiali di qualit professionale e soprattutto per la
difficolt di investire tempo ed energia nell'autoproduzione - a strumenti
elaborati da apposite strutture editoriali, anche non tradizionali.
Il progetto Mappamundi ha caratteristiche differenti; si tratta
di un database di immagini (circa 2500, allo stato attuale)
ampiamente analizzate, commentate e collegate a voci di un dizionario
biografico. L'obiettivo di costituire una raccolta organizzata di
materiali iconografici destinati a tutti i corsi medievistici dell'Universit
di Princeton, sulla base della considerazione che l'uso di tali sussidi
nella didattica medievistica risulta episodico, eccessivamente superficiale,
e che il lavoro di commento e di esegesi che si svolge su di essi
in sede didattica va perduto nell'oralit delle lezioni e delle discussioni.
Il database acquista dunque la funzione di memoria virtuale
dell'attivit didattica.
La tipologia di Mappamundi radicalmente diversa da quanto
fin qui esaminato: anzitutto, le schede derivano prevalentemente dal
lavoro svolto dagli stessi studenti sotto la guida del docente; un'altra
forma di autoproduzione, dunque, direttamente legata alla pratica
didattica[39].
In secondo luogo, l'autore sottolinea il carattere complementare dello
strumento realizzato, destinato ad essere utilizzato al di fuori dello
svolgimento del corso di lezioni, come integrazione dello studio individuale.
Diverse anche le modalit della diffusione in rete: il database
riservato agli studenti della prestigiosa universit, ma il suo
ideatore ha ritenuto di divulgare l'iniziativa per favorire eventuali
riproduzioni del progetto.
Caratteristiche non molto differenti, sia pure ad altro livello, ha
Webchron: una cronologia essenziale, distinta per aree e per
epoche, strutturata su pi livelli di profondit raggiungibili secondo
le necessit degli utenti, e dotata di collegamenti ipertestuali ad
un glossario biografico. Come in altri casi gi visti, si tratta di
uno strumento pensato istituzionalmente per una funzione relativa
alla didattica nel settore disciplinare della storia di un'intera
universit. Il modello di Webchron - su scala pi ridotta e
a scopi puramente didattici di base - sembra essere quella grande
iniziativa, una delle maggiori presenti in rete per gli studi medievali,
denominata ECOLE, nata dall'attivit di Anthony Beavers - storico
della religione tardo-antica dell'Universit di Evansville - che struttura
attorno ad una cronologia, ad un glossario biografico e tematico con
diversi livelli di estensione, e ad una collezione di fonti interconnesse
una notevole quantit di materiali relativi alla tarda antichit e
al primo medioevo[40].
Si detto che la maggior parte delle pagine didattiche che forniscono
collegamenti a fonti pubblicate in rete fanno riferimento alla pi
grande collezione di fonti medievali oggi disponibile on line,
l'Internet Medieval Sourcebook, curato da Paul Halsall[41].
Costruito inizialmente come deposito specifico di fonti tradotte in
inglese ad uso del corso introduttivo di storia medievale tenuto da
Halsall alla Fordham University di New York, l'IMS ha avuto
un enorme successo nell'utilizzazione didattica ed poi confluito
nella grande biblioteca digitale dell'On Line Reference Book for
Medieval Studies (ORB). Nei pochi anni della sua esistenza,
l'antologia di Halsall ha totalizzato pi di 2.500.000 accessi,
stata "adottata" in almeno un'ottantina di corsi di studi medievali
e sull'onda del suo successo si sviluppata un'intera famiglia di
antologie di fonti, relative a Bisanzio, all'Islam, agli studi di
genere, all'africanistica[42].
Partito dalla constatazione dell'elevatissimo prezzo delle antologie
di fonti a stampa e dalla necessit di disporre di una scelta vasta
e adeguatamente selezionata di fonti per la didattica, l'IMS
si strutturato attorno a due fondamentali sezioni, Selected sources,
la vera e propria, vastissima, antologia di testi appositamente digitalizzati
dal curatore e dal suo gruppo di lavoro, e Full Text, che invece
un indice ipertestuale delle edizioni di fonti disponibili integralmente
in rete in altri siti. Accanto a questa, in linea con gli interessi
di ricerca di Halsall, una sezione di Vite di Santi rappresenta
un completamento in senso pi specialistico del panorama delle fonti
offerte dall'antologia. Gli arricchimenti successivi - fra i quali
una sezione di testi spagnoli e francesi, una sezione specifica di
documenti giuridici medievali, collegamenti a risorse iconografiche,
musicali, ad una pagina sul cinema di argomento medievale, e una sezione
di Secondary sources che seleziona saggi di argomento medievistico
relativi alle fonti - hanno configurato una realt imponente, che
tuttavia soffre dell'insuperabile limite, dal punto di vista degli
studiosi europei, del fatto di fornire la sola traduzione inglese
dei testi che raccoglie.
Si detto che da qualche tempo l'IMS divenuto il punto di
forza della vasta iniziativa denominata On Line Reference Book
for Medieval Studies (ORB)[43].
Realizzato presso il Rhodes College ad opera di un nutrito gruppo
di medievisti di numerose universit statunitensi, canadesi ed europee
sulla base di un programma di intervento sia nel campo della ricerca
sia in quello della didattica, questo grande "portale" medievistico
si affermato come un altro dei punti di riferimento globali per
la didattica universitaria in ambito anglosassone. Si utilizzata
la definizione di "portale" (gateway) solamente per brevit,
poich in realt ORB, a differenza degli altrettanto ambiziosi
ma meno dinamici Labyrinth e Netserf [44]-
che si configurano pienamente come gateway - non una tradizionale
"guida alle risorse web" per gli studi medievali, e le sue molte pagine
contengono sia collegamenti e segnalazioni di altri siti, sia un gran
numero di saggi e bibliografie originali, redatti dai curatori e dai
collaboratori del sito; il tutto inserito in una struttura che organizza
tematicamente i materiali.
La sezione dedicata alla didattica, oltre a contenere l'IMS
e altri materiali specificamente prodotti dai curatori del sito, indirizza
alle pi qualificate risorse di carattere didattico, coordinandole
in un unico schema. Essa contiene anche esemplificazioni di siti didattici,
di strumenti quali cronologie, glossari, guide alla scrittura e alla
ricerca, bibliografie, indicazioni di archivi iconografici on line,
strumenti software per gli studi medievali, una raccolta di materiali
didattici, una Textbook library di manuali digitali. La sezione
Teaching resources di ORB in sostanza un grande
serbatoio di materiali didattici che, grazie alla collocazione in
rete, vengono rese disponibili a studenti e docenti delle universit
del mondo anglosassone.
Si chiuder questa rassegna citando un altro tipo di strumento didattico
di notevole interesse accessibile in rete. Non si tratta stavolta
di un'iniziativa prodotta dall'ambiente accademico, ma da quello dell'editoria
di qualit specializzata in textbook. La casa editrice Prentice
Hall ha creato un sito che si presenta come Companion di un
volume che il classico punto di riferimento didattico per gli studi
medievali e rinascimentali in ambito anglosassone e americano, Western
Heritage di D.Kagan, S.Ozment, F.M.Turner, giunto alla settima
edizione e adottato in decine di corsi universitari[45].
Il sito, accessibile dopo la registrazione incrociata di studente
e docente, offre un riassunto di ciascun capitolo del volume, per
ciascuno di essi propone gli obiettivi di apprendimento, dei
test di autoverifica delle acquisizioni dello studio, delle segnalazioni
di siti web relativi ai temi del volume, degli strumenti per facilitare
il contatto fra studenti e docenti per la valutazione dei risultati
dell'apprendimento. L'iniziativa, destinata sia alla didattica a distanza,
sia a quella tradizionale, offre un esempio di integrazione fra strumenti
bibliografici tradizionali e risorse della telematica. La scelta di
un testo di sintesi di grande successo didattico, ha consentito un'operazione
indicativa delle possibili tendenze dell'editoria specialistica, in
transizione verso il potenziamento digitale e telematico dei tradizionali
strumenti a stampa.
5. Conclusione di questa
rassegna non pu essere altro che il richiamo delle questioni che
si sono andate evidenziando nel corso dell'analisi: il forte legame
che anche le forme pi avanzate di sperimentazione di forme telematiche
di insegnamento mantengono con la didattica tradizionale; l'efficacia
degli strumenti telematici nel campo della diffusione dell'informazione
sulle modalit della didattica; la necessit di trovare un equilibrio
fra l'investimento di risorse ed energie nella realizzazione autonoma
di materiali digitali e il ricorso a grandi banche dati; la corretta
valutazione dei limiti qualitativi e quantitativi del Web, che non
pu rappresentare un'alternativa al tradizionale ricorso al materiale
bibliografico, n al ruolo di indirizzo e orientamento dei docenti.
Resta poi da valutare la reale efficacia degli strumenti messi a disposizione
dalle nuove tecnologie; da pi parti essa viene contestata, soprattutto
in relazione alle difficolt di adattamento a forme non lineari di
testualit e di organizzazione dell'informazione[46]
e il dibattito resta ancora molto aperto. Quella che si descritta
in tutti i sensi una situazione di transizione, in cui esperienze
di indubbio valore e interesse si intrecciano con problemi inediti,
la cui soluzione pu venire solamente da una vasta sperimentazione
guidata da alcuni saldi criteri, relativi soprattutto alla qualit
dei contenuti. Per definire tali criteri, ancora una volta non possibile
immaginare altro punto di riferimento che l'immenso patrimonio di
metodi e di acquisizioni accumulatosi nella tradizione disciplinare
della medievistica.
[1]
Cfr., per tutti, relativamente alle scienze umane, J. O'Donnell, Humanities
in the 21st Century, in "Humanities" (1995) <http://ccat.sas.upenn.edu/jod/hackney.html>;
J.J. Duderstadt, The Future of the University in An Age of Knowledge
<http://www.aln.org/alnweb/journal/issue2/duderstadt.htm>.
Specificamente per la storia, alcune rassegne fanno il punto sullo
stato attuale della questione: A. Wynne, History instruction and
the Internet: a Literature Review, in "Journal of the Association
for History and Computing", II.1, aprile 1999 <http://www.mcel.pacificu.edu/JAHC/JAHCII1/
ARTICLESII1/Wynne/Wynnindex.html>, con un'esaustiva bibliografia
generale; per una prospettiva inglese: D.A. Spaeth, S. Cameron, Computers
and Resource-Based History Teaching: A UK Perspective, in "Computers
and the Humanities", 34.3, agosto 2000, pp. 325-343; un panorama tematicamente
molto completo in S. Noiret, La didattica della storia su Internet,
in "Memoria e Ricerca", n. 2, luglio-dicembre 1998, pp.177-199.
Sul web: <http://www.racine.ra.it/oriani/memoriaericerca/3.htm>.
[2]
A. Feenberg, No frills in the virtual classroom <http://members.aol.com/jadolby/b_surnames.htm>
[URL non pi attivo al 4 marzo 2002]; K.L. Norman, Teaching in
the Switched On Classroom: An Introduction to Electronic Education
and HyperCourseware <http://www.lap.umd.edu/SOC/sochome.html>;
B. Collis, Pedagogical Re-Engineering: A Model for the Analysis
and Redesign of Courses for the WWW <http://users.edte.utwente.nl/Collis/presents/Finland/
wwwevala.htm>. Per un continuo aggiornamento sui problemi della
didattica a distanza, si possono seguire i saggi che appaiono sull'e-journal
dell'"Asynchronous Learning Networks Magazine" (ALN Magazine),
pubblicato dalla Vanderbilt University (Nashville) <http://www.aln.org/alnweb/magazine/alnMaga.htm>.
Specificamente, su esperienze di didattica a distanza di ambito storico,
E. Knox, Real problems in a virtual world. <http://history.boisestate.edu/westciv/admin/
papers/realproblems.htm>; A. McEachern, Teaching History
on the Web, in "Journal of the Association for History and Computing",
I.2, novembre 1998 <http://mcel.pacificu.edu/JAHC/jahcindex.htm>.
Di notevole interesse per l'approccio empirico, le pagine del Learning
Technology Dissemination Initiative dell'Heriot-Watt University
di Edinburgh <http://www.icbl.hw.ac.uk/ltdi/>,
dedicate alla valutazione dell'adeguatezza della trasformazione digitale
degli strumenti didattici.
[3]
Per una selezione esemplificativa di materiali sulla ipertestualit
nella saggistica di argomento storico, cfr. il "dossier webliografico"
raccolto da chi scrive come supporto della relazione Saggistica
storica, forma digitale: trasformazione o integrazione? al Workshop
"Medium-Evo. Gli studi medievali e il mutamento digitale", Firenze
21-22 giugno 2001, disponibile all'URL
<http://www.storia.unifi.it/_PIM/medium-evo/dosweb-saggi.htm>.
[4]
D.L. Andersen, Historians on the Web: A Study of Academic Historian's
Use of the World Wide Web for Teaching, in "Journal of the Association
for History and Computing", III.2, agosto 2000
<http://mcel.pacificu.edu/JAHC/JAHCIII2/ARTICLES/
anderson/index.html>.
[5]
Significativo l'esempio relativo ai curatissimi syllabi
dei corsi di Thomas Head alla City University of New York<http://urban.hunter.cuny.edu/~thead/index.htm>,
disponibili fino al 1999; i nuovi corsi sono invece protetti da un
password di accesso riservato ai soli iscritti.
[6]
E. Knox, Real problems in a virtual world.
<http://history.boisestate.edu/westciv/admin/papers/
realproblems.htm>; l'idea stata poi praticata dallo stesso
docente per i corsi on line da lui tenuti (cfr. History
of Western Civilization,
<http://history.boisestate.edu/westciv/about.this.course.html>).
[7]
Corsi di carattere generale (sono citati anche corsi specialistici
compresi nella stessa pagina web):
P. Brians, Washington State University, 2000: World Civilization;
<http://www.wsu.edu:8080/~wldciv/brians_syllabus/
index.html#study>
F. Curta, University
of Florida, 2000: Western Medieval Civilization; Medieval Archaeology;
High Middle Ages; Medieval Eastern Europe; Early Middle Ages; Readings
in Medieval History; Byzantine History
<http://www.clas.ufl.edu/users/fcurta/>;
J. Given, University
of California at Irvine, 1999, History 110B: Europe 900-1300
<http://eee.uci.edu/99w/28125/>;
P. Halsall,
Fordham University, 1998: Introduction to Medieval Europe
<http://www.fordham.edu/halsall/medieval.html#d>;
P. Halsall,
University of Florida, 2000: Medieval Europe
<http://www.unf.edu/~phalsall/medieval/>;
F. Hartigan,
University of Nevada, Reno, 2000: Foundations of Western Culture
<http://www.dce.unr.edu/istudy/wt201/>;
T. Head, City
University of New York, 2000: Ancient and Medieval Christianity;
Medieval Civilization; Europe in the Early Middle Ages; Europe in
the Early Middle Ages, 400-1000 (con riferimenti ai diversi corsi
tenuti all'Hunter College della City University di New York)
<http://urban.hunter.cuny.edu/~thead/index.htm>;
P. Hyams (Cornell
University, 2000), The Crusades; Feudalism and Chivalry: Secular
Culture in Medieval France, 1000 - c. 1300; The Middle Ages: A Sampler;
England - Britain - Europe in the Middle Ages, con riferimenti
ai corsi tenuti in passato: English History from Anglo-Saxon Times
to c. 1400; The Crusades; The Middle Ages: A Sampler; Marriage and
Sexuality in Medieval Europe; Feudalism and Chivalry: Secular Culture
in Medieval France, 1000 - c. 1300; Power and Society in Medieval
Japan and Europe; Conflict Resolution in Medieval Europe; Crusaders
and Chroniclers; Anglo-Saxon History in its Literary Context; England
- Britain - Europe in the Middle Ages
<http://falcon.arts.cornell.edu/prh3/disclaimer.html>;
K. Jolly, University
of Hawaii, 2000: World Civilization to 1500; S; European
Middle Ages; Medieval Cultures: Warriors; History of Christianity;
Medieval Cultures: Crusades
<http://www2.hawaii.edu/~kjolly/>;
E. Knox, Boise
State University, 1998: History of Western Civilization. Medieval
Europe
<http://history.idbsu.edu/westciv/medieval/>;
M. Markowski,
Westminster College, 1999: World History to 1500
<http://people.westminstercollege.edu/mmarkowski/212/wh1syl.html>;
L. Nelson, University
of Kansas, 1997: History Honors
<http://www.ukans.edu/kansas/medieval/108h/syllabus.html>;
L. Nelson, University
of Kansas, 1997-98: Medieval History
<http://www.ukans.edu/kansas/medieval/108/>;
K. Pennington,
Syracuse University, 2000: Medieval Civilization 1000-1300, Medieval
and Renaissance History
<http://www.maxwell.syr.edu/maxpages/classes/his211/>,
<http://www.maxwell.syr.edu/maxpages/classes/His311/
index.html;
K.Uhalde, University
of Northern Illinois, 2000: Western Civilization to 1500;
Early Middle Ages; High Middle Ages; Medieval Everyday Life
<http://www.niu.edu/~td0kru1/students.html>;
D. Vess, Georgia
College and State University, 1995-: World Civilization to 1550
C.E.; World Civilization 1550 to the present; World Civilization Interactive
Journey; The Middle Ages; Medieval Monasticism; Renaissance and Reformation;
Intellectual and Cultural History of Europe to 1500 C.E.; Intellectual
and Cultural History of Europe since 1500 C.E.; The Fine and Applied
Arts in Civilization
<http://www.faculty.de.gcsu.edu/~dvess/dvess.htm>.
Corsi tematici:
P. Geary, University
of California at Los Angeles, 1998: Medieval Conflict Resolution
<http://www.sscnet.ucla.edu/classes/fall97/histr201c/>;
K. Gill, Yale
University 1996: History of Christianity
<http://www.yale.edu/adhoc/teaching_resources/
700a96/700asyl.html> [URL non pi attivo al 4.3.2002];
J. Given, University
of California at Irvine, 1999: Medieval Heresy and Inquisition
<http://eee.uci.edu/99w/28205/SYL99.HTM>;
E. Knox, Boise
State University, 2000: The Crusades
<http://crusades.boisestate.edu/contents.html>;
E. Knox, Boise
State University, 1995: Electric Renaissance
<http://www.idbsu.edu/courses/hy309/>.
D'ora in avanti
queste pagine saranno citate con il nome del docente e l'anno di riferimento
del corso.
[8] Applied History Research
Group, University of Calgary, 1996: First Europe Tutorial
<http://www.ucalgary.ca/HIST/tutor/firsteuro/index.html>;
Webchron. Medieval Europe (North Park University) <http://campus.northpark.edu/history/WebChron/>;
M. Curschmann (Princeton University), Medieval Studies: Mappamundi
<http://www.princeton.edu/~medieval/>;
On-line Reference Book for Medieval Studies (ORB) - Resources
for teaching <http://orb.rhodes.edu/class.html>;
Internet Medieval Sourcebook <http://www.fordham.edu/halsall/sbook.html>;
The Western Heritage Companion Website<;http://www.prenhall.com/kagan/>
R. Hooker, Washington State University, 2000: Western Civilization.
Europe in the Middle Age <http://www.wsu.edu:8080/~dee/MA/MA.HTM>;
K. Morris, University of Calgary, 1997-2000: The End of Europe's
Middle Ages <http://www.ucalgary.ca/HIST/tutor/endmiddle/>.
[9]
A titolo esemplificativo, cfr. l'elenco delle diverse decine di corsi
di argomento medievistico della New York University all'URL <http://www.nyu.edu/cas/dept/bulletin/dept/mars.htm>.
[10] Cfr. l'elenco all'URL
<http://www.fordham.edu/halsall/courses.html>.
[11]
L'Universit di Calgary ha costituito un Applied History Research
Group <http://www.ucalgary.ca/HIST/tutor/index.html>,
che ha prodotto, fra i molti altri, due Tutorials di argomento
medievistico di cui si dir diffusamente pi avanti. Altri centri
attivissimi nella produzione di materiali didattici per la storia,
ma che non hanno fra i loro programmi e fra le loro realizzazioni
materiali di tema medievale, sono il Center for History and
New Media della George Mason University di Fairfax, Virginia <http://chnm.gmu.edu/>
e il Virginia Center for Digital History, dell'Universit della
Virginia di Charlottesville <http://jefferson.village.virginia.edu/vcdh/>
cui si deve una delle pi interessanti realizzazioni di ipertesti
storici attualmente disponibile in rete, The Valley of the Shadow:
Living the Civil War in Pennsylvania and Virginia <http://www.iath.virginia.edu/vshadow2/>.
[12] Cfr. la seconda parte
dell'elenco supra, alla nota 7.
[13]
Il corso: E. Knox, Electric Renaissance (Boise State University,
1995) <http://www.idbsu.edu/courses/hy309/>;
il bilancio critico: E. Knox, Real problems in a virtual world
<http://history.boisestate.edu/westciv/admin/
papers/realproblems.htm>.
[14] Knox, 2000.
[15] Cfr. M. Neal, Creating
a virtual classroom, in "Teaching History with Technology" <http://www.caryacademy.pvt.k12.nc.us/
historytech/Vol1no1/virtualclassroompage1.htm>.
[16]
E. Knox, Real problems in a virtual world <http://history.boisestate.edu/westciv/admin/
papers/realproblems.htm>; A. Feenberg, No frills in the
virtual classroom <http://members.aol.com/jadolby/b_surnames.htm>.
[17] Fra le pagine che curano
maggiormente l'informazione sul corso, offrendo indicazioni sul suo
svolgimento, sulle modalit di valutazione, sull'organizzazione del
lavoro si segnalano quelle di Halsall, 2000; Nelson 1998; Knox, 1995,
1998; Curta 2000. Va rilevato che, sorprendentemente, fra queste informazioni
solamente in pochi casi incluso il curriculum del docente (Nelson
1998; Head 2000; Hartigan 2000).
[18]
Testi o schemi di lezioni in Halsall, 1998, 2000; Nelson, 1997, 1998;
Given, 1999; Jolly, 2000; Curta, 2000; Uhalde, 2000; Hartigan, 2000;
Markowski, 1998; Knox, 1995, 1998, 2000; Geary, 1998; Gill, 1996.
Concetti chiave e study questions: Halsall, 2000; Nelson, 1998;
Hartigan, 2000, Brians, 2000; Given, 1999; Gill, 1996.
[19]
Oltre all'Internet Medieval Sourcebook, di cui si dir pi
oltre, le pi utilizzate fra le collezioni di fonti on line
sono la biblioteca digitale CARRIE dell'Universit del Kansas
<http://kuhttp.cc.ukans.edu/carrie/carrie_main.html>,
la raccolta Eurodocs. Primary Historical Documents From Western
Europe della Brigham Young University di Provo (Utah)
<http://library.byu.edu/~rdh/eurodocs/homepage.html>,
l'OMACL (Online Medieval and Classical Library) della Berkeley
Digital Library SunSITE <http://sunsite.berkeley.edu/OMACL/>.
[20] Carte e immagini in Pennington,
2000; Nelson, 1998; Halsall, 2000; Curta, 2000; Uhalde, 2000; Hyams,
2000; Brians, 2000. Bibliografie in Uhalde, 2000; Vess, 1995; Hyams,
2000; Head, 2000 (fra le pi strutturate e ampie).
[21]
Le pi citate e utilizzate guide on line agli studi storici
sono Reading, Writing, and Researching for History, del Bowdoin
College <http://academic.bowdoin.edu/history/WritingGuides/>
e S.Kreis, A Student's Guide to the Study of History <http://www.historyguide.org>.
Pi orientati sugli aspetti tecnici della scrittura di storia i Writing
Tutors dell'University of Calgary <http://www.ucalgary.ca/essay/essay.html>.
Segnalano o forniscono direttamente guide alla scrittura le pagine
di Halsall, 1998; Uhalde, 2000; Vess, 1995.
[22] Cfr., soprattutto, Knox,
1995, 1998, 2000 (si tratta di corsi interamente on line);
Jolly, 2000; Vess, 1995; Geary, 1998; Gill, 1996.
[23] Cfr., ad esempio, Knox,
1998; Halsall, 2000.
[24] Halsall, 1998 propone
una vera e propria guida alle risorse web, altri (Vess, 1995, Hyams,
2000) forniscono liste di siti di interesse medievistico, altri ancora
si limitano a poche citazioni selezionate (Pennington, 2000; Uhalde,
2000; Head, 2000). Nelson, 1998 fa riferimento alla WWW Virtual
Library, l'indice mondiale delle risorse web da lui curato per
le discipline storiche <http://www.ukans.edu/history/VL/index.html>.
[25] Cfr., ad esempio, K .Uhalde
<http://www.niu.edu/~td0kru1/students.html>.
[26]
Catholic Encyclopedia, <http://www.knight.org/advent/cathen/>;
Encyclopedia Britannica on line <http://www.britannica.com/>.
Rilevanti problemi di copyright limitano enormemente la disponibilit
in rete di strumenti di reference adeguatamente aggiornati
e specializzati.
[27] Per un panorama e una
bibliografia dell'ormai vastissima letteratura sul problema della
valutazione dei siti web, costituita soprattutto dalle elaborazioni
e riflessioni sviluppate da grandi istituzioni bibliotecarie, nonch
per un'impostazione della problematica relativa ai siti di argomento
storico, cfr. Guido Abbattista, La valutazione/selezione delle
risorse telematiche per gli studi umanistici, in Il documento
immateriale ("L'Indice dei libri del mese", maggio 2000, Dossier
n. 4), ora anche in rete in "Scrineum" <http://dobc.unipv.it/scrineum/scrineum.htm>
oltre ad alcuni materiali didattici su questo tema in Id., Problemi
di valutazione delle risorse telematiche per la ricerca storica
(lezione tenuta al Corso di perfezionamento in "Saperi storici e nuove
tecnologie" del Dipartimento di discipline Storiche "E. Lepore" dell'Universit
di Napoli), disponibile per il download all'URL <http://www.storia.unina.it/perfez/abbatis.doc>.
Sul problema della qualit dell'offerta di storia e di medievistica
in rete, cfr. pure P.Corrao, Storia nella rete, storia nella rete
<http://www.unipa.it/~pcorrao/nefftxt.htm>
e l'intervento redazionale Siti professionali e siti amatoriali
recentemente apparso in Reti Medievali. Iniziative on line
per gli studi medievistici <http://www.rm.unina.it/contatti/Red-Spazioaperto.htm#sp
>.
[28] Cfr. Knox, 1995; Vess,
1995.
[29]
Per una trattazione del concetto di "docuverse", cfr. R. A.
Lohmann, The Social Work Docuverse: a Challenge for the Twenty-First
Century <http://www.tulane.edu/~tssw/Journal/docuverse.htm>;
ringrazio l'autore per avermi consentito di consultare un altro suo
saggio sullo stesso tema, inedito a stampa e non pi disponibile in
rete; chi scrive ha ipotizzato la possibilit di utilizzare tecniche
ipertestuali per costruire reti di testi che compendino l'intera produzione
di uno studioso intervenendo nel citato Workshop "Medium-Evo. Gli
studi medievali e il mutamento digitale" con una relazione su Saggistica
storica, forma digitale, di prossima pubblicazione all'URL <http://www.storia.unifi.it/_PIM/medium-evo/>
[30] Cfr., ad esempio, Hyams,
2000.
[31] Cfr. Vess, 1995; Head,
2000, Hyams, 2000; Uhalde, 2000; Jolly, 2000. Deborah Vess presenta
la propria pagina iniziale, denominata World Civilization Virtual
Library cos descrivendo il contenuto del sito: " This hypertext
version of the World Civilization class manual contains multiple links
to on-line museums, research databases, virtual tours of important
historic sites, full text versions of many of the assigned readings
as well as other readings relevant to items which appear on your outlines,
and many other resources".
[32]
Oltre agli esempi di appositi centri citati supra, alla nota
11, cfr. quanto illustrato da E .Knox, The Pedagogy of Web Site
Design, in "ALN Magazine", I.2, agosto 1997. <http://www.aln.org/alnweb/magazine/issue2/knox.htm>
riguardo alla costruzione di un sito didattico da parte di specialisti
delle discipline oggetto del corso. Si vedano pure gli eccellenti
prodotti dell'History Courseware Consortium dell'Universit
di Glasgow <http://www.gla.ac.uk/~histtltp/>,
fra i quali, tuttavia, figura solamente un CD-ROM di tema medievistico,
sulla Chiesa medievale, a cura di Timothy Reuter <http://www.gla.ac.uk/~histtltp/BROCHURE/pap.htm#Title>.
[33]
Uno degli standard pi affermati per la produzione di siti didattici,
utilizzato in pi di 2000 universit nel mondo, senz'altro il Web
Courseware Tools (WebCT), elaborato dall'Universit della British
Columbia, che offre la possibilit di elaborare pagine web e di organizzarle
con una molteplicit di strumenti di supporto, quali una message
board per le discussioni on-line, questionari, database
di immagini, pagine di annotazioni, secondo lo schema prevalentemente
adottato dalle pagine qui recensite. Se ne pu vedere una presentazione
all'URL <http://www.webct.com/company>,
e una descrizione pratica all'URL <http://www.webct.com/entrypage>.
[34] E. Knox, Real problems
in a virtual world <http://history.boisestate.edu/westciv/admin/
papers/realproblems.htm>; cfr. pure J. Cain, Have I Wasted
My Summer on This Web Site?, in "Perspective On-Line", febbraio
1999 <http://www.theaha.org/perspectives/issues/
1999/9902/9902COM2.CFM>.
[35] Applied History Research
Group, University of Calgary, 1996: First Europe Tutorial
<http://www.ucalgary.ca/HIST/tutor/firsteuro/index.html>;
K. Morris, University of Calgary, 1997-2000: The End of Europe's
Middle Ages <http://www.ucalgary.ca/HIST/tutor/endmiddle/>.
[36] R. Hooker, Western
Civilization. Europe in the Middle Ages (Washington State University,
2000) <http://www.wsu.edu:8080/~dee/MA/MA.HTM>.
[37]
M. Curschmann, Medieval Studies: Mappamundi (Princeton University)
<http://www.princeton.edu/~medieval/>.
[38] Webchron. Medieval
Europe (North Park University) <http://campus.northpark.edu/history/WebChron/>
[39] Contrariamente a quanto
si potrebbe ipotizzare, pochissimi corsi danno spazio nelle loro pagine
web ai materiali prodotti dagli studenti; fra questi Knox, 1995.
[40]
The Early Church On-Line Encyclopedia Initiative (ECOLE) <http://cedar.evansville.edu/~ecoleweb/>,
realizzata dall'University of Evansville.
[41]
Internet Medieval Sourcebook <http://www.fordham.edu/halsall/sbook.html>.
Si vedano anche le ricche proposte di didattica in rete nel sito del
corso tenuto adesso da Halsall all'Universit della Florida (Halsall,
2000, uno dei siti pi strutturati e completi fra quelli esaminati).
[42] Se ne veda l'elenco nella
presentazione del sito stesso.
[43]On line Reference Book for Medieval Studies (ORB)
- Resources for teaching <http://orb.rhodes.edu/class.html>.
[44] Labyrinth (Georgetown
University) <http://www.georgetown.edu/labyrinth/>;
Netserf (Catholic University of America) <http://netserf.cua.edu/>
[45] The Western Heritage
Companion Website <http://www.prenhall.com/kagan/>.
[46] Cfr., ad esempio, A. Solli,
Hypertext 'papers' on the Web: Students Confront the Linear Tradition,
in "Journal of the Association for History and Computing", I.2, novembre
1998 <http://mcel.pacificu.edu/JAHC/Solli/Solindex.HTML>.
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