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Didattica > Fonti > Antologia delle fonti altomedievali - Premessa

Fonti

Antologia delle fonti altomedievali

a cura di Stefano Gasparri
e Fiorella Simoni
con la collaborazione di Luigi Andrea Berto

© 2000 – Stefano Gasparri per “Reti Medievali”


Premessa

L’antologia delle fonti altomedievali che qui si propone è già apparsa, in una versione abbastanza simile, in edizione cartacea (S. Gasparri, A. Di Salvo, F. Simoni, Fonti per la storia medievale. Dal V all’XI secolo, Sansoni 1992). Si è trattato di un testo che, nonostante alcuni difetti, avrebbe meritato una maggiore diffusione di quella che ha effettivamente avuta; attualmente è fuori catalogo e non è più disponibile. Di qui, l’idea da parte di chi scrive di ricuperare il grande lavoro fatto allora e di metterlo a disposizione dei suoi naturali fruitori, che sono posso scriverlo con più nettezza di quanto non avevo fatto a suo tempo gli studenti universitari ed i colleghi che volessero utilizzare queste fonti nei loro corsi.

La differenza più importante rispetto all’edizione su carta, accanto alla correzione di numerosi errori materiali, consiste nell’aver affiancato alla versione italiana dei testi anche quella originale latina (nel caso delle poche fonti in greco, in arabo o in altrre lingue orientali, invece, si è mantenuta solo la versione italiana). Ciò non è dovuto solo al fatto che, nella versione in rete, l’ampiezza apparentemente inesauribile dello spazio a disposizione e il diluirsi dei costi rende possibile pubblicare entrambe le versioni; ma anche all’idea che in occasione del rinnovamento delle strutture didattiche alle quali tutti noi docenti dovremo accingerci nel futuro prossimo ci si possa avviare verso il ricupero di un rigore scientifico nell’insegnamento universitario che, attualmente, siamo costretti troppo spesso a mettere tra parentesi per venire incontro al livello del nostro pubblico studentesco. Verifiche più accurate della formazione di partenza degli studenti, curricula costruiti con esami in sequenza e, soprattutto, due livelli di laurea: tutto ciò induce a pensare che, anche nello specifico, molto limitato, degli studi storici medievistici, si possa ritrovare uno spazio per una preparazione più rigorosa e, dunque, per uno studio delle fonti in originale che non sia ristretto al solo lavoro di ricerca per la tesi di laurea.

Si tratta di un’operazione culturale e didattica di importanza fondamentale, giacché il nucleo centrale del lavoro dello storico riflessione elementare troppo spesso messa tra parentesi è rappresentato precisamente dal suo rapporto con le fonti: se recidiamo quel rapporto, la storia stessa come disciplina cessa di esistere. Questa antologia vuole offrire un primo approccio alle fonti medievali (all’alto medio evo seguirà poi il basso), aiutare i principianti ad accostarsi ad esse e a gustarne la ricchezza e la complessità. Non è facile, infatti, orientarsi all’interno di una tipologia di fonti che, per il medio evo tutto intero, è assai complessa e variegata, tra testi cronachistici e legislativi, saghe e testi poetici, atti giudiziari e contratti agrari o commerciali, vite di santi e lettere di papi o imperatori, registri notarili e catasti, statuti e deliberazioni di consigli, e ancora scritture laiche o ecclesiastiche, regie, imperiali o cittadine, ecc. E stiamo parlando solo delle fonti scritte: l’archeologia, con le discipline ad essa in qualche modo ricollegabili come la numismatica o l’epigrafia, costituisce un settore in continua espansione del quale non è possibile rendere conto qui in alcun modo, e che tuttavia oggi rappresenta una parte importante del bagaglio minimo indispensabile per chi si avvii ad uno studio approfondito della storia medievale e altomedievale in particolare.

Le difficoltà che stanno dietro alla costruzione di un’antologia come questa sono numerose, anche se ci si limita come in questo primo blocco all’alto medio evo: nonostante la rarefazione della scrittura nei primi secoli medievali, infatti, la quantità delle fonti disponibili è pur sempre imponente (del resto, si tratta di circa seicento anni di storia d’Europa). È in particolare la storia economica, con le sue produzioni seriali, ossia fatte di documenti (ad esempio, un determinato tipo di contratto agrario o commerciale) che acquistano un senso solo se letti e schedati in serie (ne esistono anche nell’altomedioevo), a essere inevitabilmente penalizzata in qualsiasi antologia: e così è accaduto anche in questo caso. Si è cercato di presentare una sia pur parziale tipologia dei documenti esistenti, che potesse valere come indicatore di fenomeni generali. Di più in questa sede non era possibile fare.

La storia economica, come quella sociale, religiosa, istituzionale e politica hanno tutte il loro posto all’interno di un disegno che è stato volutamente organizzato secondo una trama di tipo événementielle. Ripiegamento verso vecchi schemi? Al contrario, onesta valutazione dei limiti della fruibilità di questa antologia da parte degli studenti, molti dei quali sono ai primi passi universitari. L’antologia segue perciò un filo generale di storia del medio evo, è costruita cioè come una sorta di manuale; ma sono molto importanti i fitti rinvii interni, presenti nelle introduzioni ai singoli paragrafi o nelle note, che dovrebbero permettere agli studenti più avanzati di costruire percorsi parzialmente alternativi rispetto al filone principale. Si privilegia, inevitabilmente, la grande storia: ma essa è, senza alcun dubbio, il primo approccio, quello che fornisce gli schemi iniziali di riferimento dai quali prendere le mosse per qualsiasi ricerca individuale.


Stefano Gasparri

© 2000
Reti Medievali
UpUltimo aggiornamento: 01/09/05