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Didattica > Fonti > Pisa e il Mediterraneo - Presentazione

Fonti

Pisa e il Mediterraneo

Antologia di fonti scritte, dal secolo IV alla metà del secolo XII
scelte da Michele Campopiano e Catia Renzi Rizzo
Presentazione di Marco Tangheroni
Premessa di Catia Renzi Rizzo

© 2005 - Michele Campopiano e Catia Renzi Rizzo per “Reti Medievali”


Presentazione

di Marco Tangheroni

Due parole per spiegare i criteri seguiti e le finalità di questa antologia di fonti scritte sul tema “Pisa e il mare” preparata dalla collega Catia Rizzo e dal mio giovane allievo Michele Campopiano.

Esse sono nate dall'esigenza didattica di predisporre il materiale con cui lavorare, in forma seminariale, nel corso di Storia Medievale B (cioè di approfondimento, riservato a studenti che abbiano già seguito il corso istituzionale) dell'anno accademico 2001-2002, secondo semestre. Tuttavia, a me pare che il materiale raccolto possa essere utile anche ad un pubblico più vasto e differenziato, anche esterno all'università pisana in cui insegno.

Antologia, intanto, com'è precisato nel titolo, di fonti scritte: a sottolineare che non dimentichiamo l'importanza del contributo apportato, negli ultimi anni in particolare, dalle ricerche archeologiche. I criteri cui ci siamo ispirati, discutendo insieme le scelte, possono qui essere richiamati sinteticamente come segue.

Per l'alto medioevo (fino a tutto il secolo X) le testimonianze “tradizionalmente” utilizzate dagli storici che si siano occupati di questo argomento, a partire dalla descrizione di Porto Pisano fatta da Rutilio Namaziano agli inizi del V secolo, fino alla notizia della spedizione in Calabria dei Pisani, datata dal Maragone al 970, non raggiungono la decina. Qui, in realtà, ne sono state raccolte, per quell'arco cronologico, un numero esattamente doppio, sollecitati a ciò da una serie di motivazioni:

- l'esigenza di una rilettura attenta di tutti gli scritti che in qualche modo attestino il perdurare della navigazione a breve raggio o addirittura di cabotaggio lungo le coste alto-tirreniche;

- il bisogno di allargare lo sguardo oltre la foce dell'Arno e della costa ad essa adiacente per meglio individuare le complesse vicende che le città che si affacciavano sul Mediterraneo occidentale – e con esse Pisa – si sono trovate in parte a subire in parte ad attuare;

- la necessità di mettere in luce, anche grazie ad una migliore conoscenza attuale delle fonti arabe, oltre che cristiane, l'articolarsi dei rapporti tra il molteplice e diversificato “mondo musulmano” e l'altrettanto complesso e sfaccettato “mondo cristiano” nel corso dei secoli;

- poter confrontare, quando possibile, la versione di un avvenimento da parte di un cronista musulmano con quella ricostruita da un cristiano;

- cogliere, da ultimo, tutti gli indizi possibili idonei a farci comprendere le ragioni che sono state alla base di quel decollo marittimo di Pisa che oggi siamo in grado di collocare, grazie innanzitutto agli studi archeologici, alla seconda metà del secolo.

Credo proprio di poter dire che il risultato è di grande interesse: rileggere in sequenza le testimonianze scelte consente di cogliere linee di sviluppo e connessioni tematiche altrimenti difficili da individuare.

Per l'XI secolo ed ancor più per la prima metà del XII secolo il problema era diverso perchè le fonti si fanno più numerose; sì che è stato necessario procedere ad una scelta che tendesse a mostrare al tempo stesso un'ampia campionatura della diversa tipologia delle fonti ed un'attenzione ai diversi aspetti storici del tema. Inoltre, mentre le testimonianze raccolte per i secoli che vanno dal VII al IX secolo sono scarne, e conducono a lavorare spesso su brevi citazioni, incrociando testi provenienti da ambiti diversi, sui quali è necessario svolgere un intenso lavoro di tessitura e riflessione, molte fonti del periodo successivo comportano (come nel caso dei testi poetici o delle cronache) la scelta dei passi più significativi senza dilatare eccessivamente l'antologia ma consentendo un'adeguata contestualizzazione. Ancora, è stato deciso di consacrare un ampio spazio alle fonti ‘esterne’, provenienti da altri ambiti geografici e culturali (da un cronista tedesco quale Thietmaro di Merseburgo ai geografi arabi). È ampia, inoltre, la scelta di passi relativi alla prima Crociata.

Si è cercato di ricorrere alle edizioni più affidabili e di offrire una bibliografia tendenzialmente completa. Ma sono gradite ovviamente tutte le indicazioni utili a migliorare questo lavoro.

Ringrazio Catia e Michele per il lavoro svolto. Sarà utile a me e ai miei studenti; ma non solo a noi, penso.

Pisa, autunno 2001

© 2000
Reti Medievali
Torna suUltimo aggiornamento: 08/06/05